sabato 8 aprile 2023

Il gas è congelato in Siberia

A parte le esportazioni in Turchia, tramite condotte esistenti, che sono però di portata limitata, il gas russo che l’Europa non compra più non ha sbocchi. Per venderlo in India e in Cina sono necessarie infrastrutture complesse: molto costose e, per quanto riguarda l’India, a rischio.
Per arrivare in India il gas russo dovrebbe passare attraverso il Pamir e l’Everest, le catene montuose più ardue da attraversare. Oppure attraverso l’Afghanistan e il Pakistan, uno Stato inaffidabile e uno nemico dell’India.
La fornitura alla Cina rientra in un progetto definito Power of Siberia. La messa in produzione di giacimenti di gas nuovi in Jakuzia, la parte orientale e più inospitale della Siberia. E la realizzazione di una megacondotta, lunga quasi 4 mila km., attraverso la Mongolia, con tubi da 1 metro e mezzo di diametro, per una portata di 60 miliardi di mc l’anno. Un progetto da 55 miliardi di dollari. Un costo che però sarebbe sottovalutato. Il progetto è ancora da definire – la prima data di partenza indicata dei lavori è il 2024.
Di Power of Siberia esiste già una prima pipeline, completata nel 2019. Che ha portato in Cina da allora 4 miliardi di metri cubi di gas l’anno – meno del 5 per cento del gas esportato da Mosca in Germania, Italia, e altri paesi Ue. La portata di questo primo gasdotto a regime dovrebbe essere di 38 miliardi di mc.
Altre esportazioni la russa Gazprom effettua sotto forma di gas liquefatto (lng), dai giacimenti artici di Yamal, attraverso tre impianti di liquefazione e una flotta di navi metaniere. Il gas di Yamal era fornito alla Germania prima delle sanzioni europee, a Wintershall-Basf, con una condotta che attraversava la Bielorussia e la Polonia.

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