mercoledì 26 aprile 2023

La scoperta dell’Africa - geniale

Detto “Piano Mattei” per non dire “Piano Africa” per un sospetto di politicamente scorretto, quello su cui marcia il governo Meloni, con cinque visite importanti in cinque mesi, Algeria, Tunisia,  Libia, Etiopia (e India), è un piano facile facile. Geniale. 
Meloni ha cominciato dove l’Eni ha tratto molti profitti e ha molte relazioni, il Nord Africa. Ma punta fuori, in realtà, degli orizzonti e degli interessi del gruppo petrolifero fondato da Mattei. Punta all’Africa. Fa la famosa “scoperta dell’Africa, la quale era stata scoperta prima di Gesù Cristo”. Ma è poi rimasta ignota all’Europa, che pure ne aveva fatto una seconda casa, di comodo, per quattro o cinque secoli. Un’idea semplice, e sicuramente vincente. L’Africa è piena di risorse naturali, ma senza capitali e senza know how. Ha una demografia esplosiva, da alcuni decenni, per la migliorata sanità, in cerca di di un posto al sole in  Europa comunque, a qualsiasi prezzo – ma di cui, in realtà, l’Europa ha bisogno. È vittima di sfruttamento, economico e politico, oggi come sempre. È trascurata, anzi abbandonata, dal cosiddetto Occidente. È sola con la Cina, che però non sente propria, non sente vicina – il colonialismo ha lasciato un imprinting. Dappertutto Meloni ha aperto speranze, accolta come si è visto con gratitudine, anche se non portava nulla, solo un po’ d’attenzione.   
L’Italia per anni, per decenni, ha lavorato a Bruxelles per una politica mediterranea, e per una politica africana. Poi, negli anni 1990, con l’avvento dell’economicismo (monetarismo) nordeuropeo, ha cessato pure di insistere. Meloni ha aperto una miniera spalancata. Senza bisogno di passare per Bruxelles – dove ancora non hanno capito.
Immettere l’Africa in scena è semplicemente nell’ordine delle cose. Che non ci pensi l’Europa è comprensibile, perché è un’Europa centro-orientale, continentale. Ma non è detto: il piano Mattei sarà il capitale di Meloni per i suoi conservatori europei, e per il futuro asse con i Popolari a Strasburgo dopo il voto del 2024? Non è da escludere, e fa il piano Mattei ancora più geniale.
Che in Italia non ci abbia pensato la sinistra, come sembrerebbe ovvio (la cooperazione, gli aiuti, lo sviluppo), al governo per dieci anni, è incomprensibile - se per sinistra s’intende qualcosa di più che non il giubilo di stelle e stelline, capitane e non, e di parole d’ordine corrette.

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