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Le bombe della liberazione
Cosenza “celebra”
con alcune ricerche e un convegno i bombardamenti americani del 1943, benché
città e comprensorio di nessun interesse militare. Questo il comunicato di Editoriale
Progetto, che edita gli studi e li presenta, di eventi ignorati dai più e comunque
rimossi, benché con molti morti e molti mutilati.
“Lunedì 12 aprile 1943 Cosenza veniva
bombardata dagli aerei americani; in quella incursione morirono 75 persone, tra
cui 5 scolari che uscivano dalla Scuola elementare dello Spirito Santo. La
morte arrivò dal cielo e nuove incursioni aeree colpirono la città con altri
lutti e feriti.
Nella storia recente di Cosenza, non c’è data come quella di
lunedì 12 aprile 1943 che possa raccontare un episodio più drammatico; nessun
cosentino avrebbe mai pensato che in un giorno di primavera dal cielo
piovessero bombe e morte. Nessuno fu risparmiato, dai più piccoli agli anziani,
ai negozianti, agli artigiani a quelli che lavorando alle ferrovie, erano tutti
intenti a trasportare le persone dalla città capoluogo ai vari paesi che fanno
da corona a Cosenza.
“C’era anche un circo equestre che aveva montato
le sue tende nei pressi del Crati, per strappare un sorriso a chi poteva
comprare il biglietto per lo spettacolo. Poi dall’azzurro del cielo… il nero
della morte, la distruzione, case bruciate, vite spezzate o mutilate, niente
più come prima.
“L’orrore della morte che veniva dal cielo si ripeterà per
altri 150 giorni; la brutalità della guerra non risparmiò i luoghi della
cultura e finanche ospedali, orfanotrofi, conventi e chiese”.
Le notizia della guerra
in Ucraina danno conto di morti qua e lì, sotto i missili, una dozzina qui, una
dozzina lì, talvolta anche bambini, e sembra una catastrofe. E lo è. Ma sono poca
cosa a fronte dei bombardamenti che una semplice città, non al fronte, non base
o obiettivo militare, nella remota Calabria, come già in Sicilia prima dello
sbarco, e dopo, ebbe a soffrire.
La storia dei
bombardamenti, che non si fa, è peraltro solo una piccola parte della storia della
Liberazione che non si fa. E dei successivi, anche attuali, assetti internazionali,
specie dell’Europa.
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