giovedì 20 aprile 2023

Letture - 518

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Amore
– È francese, sostiene Madame de Lambert – scienza, o meglio arte, francese. L’Italia addirittura lo ignora.  È francese la “scienza” dell’amore, argomenta la marchesa nelle “Riflessioni sulle donne”: “Bisogna convenire che non c’è che la nazione francese che si sia fatta un’arte delicata dell’amore.  Gli Spagnoli e gli Italiani lo hanno ignorato” – le donne essendo nei due paesi “quasi rinchiuse”, gli uomini non se ne sono dati pensiero.


Bolla
– Quella finanziaria è termine coniato nel 1720 per il “sistema Law”, l’economista scozzese esperto di speculazione e di carta valuta, nominato per questo ministro delle Finanze della  Reggenza francese, del duca d’Orléans.

Caffettano – Fu l’abito maschile in Russia fino al primo Ottocento – c’è nei racconti di Puškin. E anche dei polacchi (oggi in Polonia è quasi abito cerimoniale, di un gruppo di ebrei ortodossi). Un lungo camicione, derivato dalle tonache monacali, si presume, ma colorato, e arricchito da ricami, balze, filamenti in argento e in oro. Pietro il Grande lo proibì, aggiungendo gli abiti alla sua crociata per l’occidentalizzazione. Ma Puškin lo fa accogliere il suo “negro”, l’amato figlioccio africano che aveva mandato a istruirsi in Francia, vestito con un “ampio caffettano”.

Tradizionalmente associato agli arabi e ai turchi, divenne diffuso a Costantinopoli inviato dal Marocco, dove anche sarebbe stato mutuato dalle tonache monacali. Nel lessico italiano la parola risale al Quattrocento, al “Morgante Maggiore” del Pulci, VIII, 27.
 
Crimea
– Un’intera raccolta di Adam Mickiewicz, il poeta polacco, è ispirata alla Crimea, “I sonetti di Crimea”, che sentiva come “un Oriente in miniatura” - un  melting pot di popolazioni, tutte più o meno orientali: ebrei, russi, khazari, tartari, persiani, armeni.
 
Don Chisciotte
– Ha avviato il declino della Spagna, spiega Madame de Lambert, nelle “Riflessioni sulla donna”: “Un autore spagnolo diceva che il libro di ‘Don Chisciotte’ aveva perduto la monarchia di Spagna, perché il ridicolo che ha sparso sull’onore, che questa  nazione possedeva un tempo a un grado molto eminente, ne ha rammollito e snervato il coraggio”.
 
Imperialismo russo
– Si teorizzò già due secoli fa, quando il risorgimento polacco riacquistò vigore. Adam Mickiewicz, che era stato russofilo, e rimarrà grande amico di Puškin, lo denunciò nel lungo poema “Digressio” nel 1832 - a seguito della insurrezione polacca del 1830.
Mickiewicz è considerato poeta nazionale anche in Bielorussia, oltre che in Polonia e in Lituania – Puškin si complimentava con lui, per esempio per “I sonetti di Crimea” come col “Vate della Lituania”. Mickiewicz era nato nel vecchio granducato di Lituania, dell’Unione o Confederazione polacco-lituana , attiva per quattro secoli, fino al 1795, prima della terza spartizione della Polonia, fra Russia, Austria-Ungheria e Prussia.   
 
Improvvisatore
– Figura italiana, in russo, anche in inglese, di cui Puškin fa il protagonista del racconto “Le notti egiziane”. Il poeta capace di improvvisare a tema. Già Coleridge aveva pubblicato nel 1827 un breve dramma, proprio col titolo “The Improvvisatore”. E poco dopo, nel 1833, anche in Russia Vladimir Odoevskij aveva pubblicato un racconto con lo stesso titolo. Puškin ne fa il personaggio principale delle “Notti egiziane”.
Un grande improvvisatore, ammirato sia a Mosca che a Pietroburgo, era Adam Mickiewicz – di cui Puškin resterà amico dichiarato anche dopo la critica dell’espansionismo russo, fatta da Mickiewicz nel poema “Digressio” – Puškin se ne ispirerà per “Il cavaliere di bronzo”. A un ricevimento a Pietroburgo nel 1826, Puškin sarebbe rimasto  talmente entusiasta secondo i biografi da esclamare: “Che genio! Che sacro fuoco! Cosa sono io al confronto?”
 
Leonardo
- Era arabo? Lo sostiene il sito fiortentininelmondo.it.  Sulla base di uno studio condotto da Alfred Breitman e Roberto Malini del Gruppo Watching The Sky”: “Lo affermano con grande convinzione Breitman e Malini, in base ad alcune evidenze. La più importante è costituita dal ritrovamento di un’impronta digitale di Leonardo sul dipinto “La dama con l'ermellino”. Impronta che, “secondo l'antropologo Luigi Capasso….è caratteristica del 60% degli individui provenienti dai paesi arabi”. Magari da un inserviente arabo a bottega, che ha spostato incauto la tela? Capasso è un ortopedico, dell’università di Chieti, con la passione delle ossa antiche – “da Ercolano a Roberto Calvi”, il banchiere, spiega nel suo ultimo libro.
“L’ipotesi di un origine araba del maestro non è tuttavia nuova”, continua il sito: “È risaputo che il nome della madre di Leonardo, Caterina, era attribuito con frequenza alle schiave arabe acquistate in Toscana e provenienti da Istanbul”. Non distinguendosi più tra arabe e “circasse”
“Anche il professor Alessandro Vezzosi, celebre studioso del Rinascimento”, finisce fiorentininelmondo, “è convinto dell’origine araba dell’autore della Gioconda e possiede documenti che suggeriscono l’origine orientale di Leonardo Da Vinci”. Vezzosi in effetti, un pittore che si è fatto a Vinci un Museo Ideale Leonardo da Vinci, con un Giardino di Leonardo e di Utopia, è autore di molti volumi su Leonardo, compresa “La Gioconda Nuda”, e avrà pure opinato di un Leonardo arabo, va’ a sapere.
Ma ora c’è “Il romanzo di Caterina”, che in 500 pagine definitivamente stabilisce che la madre di Leonardo era una schiava, però circassa, come è giusto – sottinteso: bianca. Del professor Vecce, che insegna Letteratura Italiana, ma è anche poeta, e drammaturgo.
 
Milionario
– La parola viene coniata nel 1720, a Parigi, in francese, per designare i beneficiari del sistema Law, che non sapevano dove mettere più i franchi. Fu inventato insieme con “bolla”, la “bolla del Mississippi”, nome quasi fogazzariano, scoppiata nello stesso anno.  Gli investitori nella Compagnia del Mississippi, creata tre anni prima da Law per gestire lo sfruttamento della valle del fiume, erano diventati tanto ricchi con la moltiplicazione del valore nominale del titolo che non si sapeva come chiamarli altrimenti. Prima dello scoppio della bolla – di fatto la compagnia gestiva campi di tabacco, e gli schiavi per coltivarlo.
 
Occidente
– Era l’Europa. In Grecia si diceva fino a ieri, per andare verso Occidente:  “Parto per l’Europa”.  Poi l’Europa è stata soppiantata dalle Americhe – con un pizzico di Russia: per “emisfero occidentale” la geografia intende il Pacifico.
 
Poesia
– Cambia tono e ampiezza col passaggio al mercato. Quando cioè, nel Sei-Settecento, senza più il patrocinio dei ricchi e potenti, passa al mercato – ai librai, ai lettori, alle vendite. Puškin, avendo deciso di vivere di scrittura, dopo l’abbandono dell’impiego pubblico che lo zar benevolente aveva creato per  lui, se ne lamenta, nel poemetto “Conversazione tra un libraio e un poeta”, risolvendosi poi per un bon mot: “L’ispirazione non si può vendere, ma si può vendere un manoscritto”. Lo steso problema si poneva in contemporanea a Leopardi.
 
Russi
– Erano scandinavi? A lungo furono indecisi, nei primi decenni dell’Ottocento, dopo l’espansione territoriale sotto Caterina II e la nascita di una letteratura europeizzante, se definirsi di radici culturali slave oppure scandinave.  Se ne trova traccia anche in Puškin, “La storia del villaggio di Goriukhino”.

letterautore@antiit.eu

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