Letture - 518
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Amore – È francese, sostiene Madame de
Lambert – scienza, o meglio arte, francese. L’Italia addirittura lo ignora. È francese la “scienza” dell’amore, argomenta la
marchesa nelle “Riflessioni sulle donne”: “Bisogna convenire che non c’è che la
nazione francese che si sia fatta un’arte delicata dell’amore. Gli Spagnoli e gli Italiani lo hanno ignorato”
– le donne essendo nei due paesi “quasi rinchiuse”, gli uomini non se ne sono
dati pensiero.
Bolla – Quella finanziaria è termine
coniato nel 1720 per il “sistema Law”, l’economista scozzese esperto di speculazione
e di carta valuta, nominato per questo ministro delle Finanze della Reggenza francese, del duca d’Orléans.
Caffettano
– Fu l’abito maschile in Russia fino al primo
Ottocento – c’è nei racconti di Puškin. E anche dei polacchi (oggi in Polonia è
quasi abito cerimoniale, di un gruppo di ebrei ortodossi). Un lungo camicione,
derivato dalle tonache monacali, si presume, ma colorato, e arricchito da ricami,
balze, filamenti in argento e in oro. Pietro il Grande lo proibì, aggiungendo gli
abiti alla sua crociata per l’occidentalizzazione. Ma Puškin lo fa accogliere
il suo “negro”, l’amato figlioccio africano che aveva mandato a istruirsi in
Francia, vestito con un “ampio caffettano”.
Tradizionalmente
associato agli arabi e ai turchi, divenne diffuso a Costantinopoli inviato dal
Marocco, dove anche sarebbe stato mutuato dalle tonache monacali. Nel lessico
italiano la parola risale al Quattrocento, al “Morgante Maggiore” del Pulci,
VIII, 27.
Crimea – Un’intera raccolta di Adam Mickiewicz, il poeta polacco, è ispirata alla
Crimea, “I sonetti di Crimea”, che sentiva come “un Oriente in miniatura” -
un melting
pot di popolazioni, tutte più o meno orientali: ebrei, russi, khazari,
tartari, persiani, armeni.
Don
Chisciotte – Ha avviato il declino della Spagna, spiega Madame
de Lambert, nelle “Riflessioni sulla donna”: “Un autore spagnolo diceva che il
libro di ‘Don Chisciotte’ aveva perduto la monarchia di Spagna, perché il
ridicolo che ha sparso sull’onore, che questa
nazione possedeva un tempo a un grado molto eminente, ne ha rammollito e
snervato il coraggio”.
Imperialismo russo – Si teorizzò già due secoli fa, quando il risorgimento polacco
riacquistò vigore. Adam Mickiewicz, che era stato russofilo, e rimarrà grande
amico di Puškin, lo denunciò nel lungo poema “Digressio” nel 1832 - a seguito della insurrezione polacca del 1830.
Mickiewicz è considerato
poeta nazionale anche in Bielorussia, oltre che in Polonia e in Lituania – Puškin
si complimentava con lui, per esempio per “I sonetti di Crimea” come col “Vate
della Lituania”. Mickiewicz era nato nel vecchio granducato di Lituania, dell’Unione
o Confederazione polacco-lituana , attiva per quattro secoli, fino al 1795,
prima della terza spartizione della Polonia, fra Russia, Austria-Ungheria e Prussia.
Improvvisatore – Figura italiana, in russo, anche in inglese, di cui Puškin fa il
protagonista del racconto “Le notti egiziane”. Il poeta capace di improvvisare
a tema. Già Coleridge aveva pubblicato nel 1827 un breve dramma, proprio col
titolo “The Improvvisatore”. E poco dopo, nel 1833, anche in Russia Vladimir
Odoevskij aveva pubblicato un racconto con lo stesso titolo. Puškin ne fa il personaggio
principale delle “Notti egiziane”.
Un grande
improvvisatore, ammirato sia a Mosca che a Pietroburgo, era Adam Mickiewicz –
di cui Puškin resterà amico dichiarato anche dopo la critica dell’espansionismo
russo, fatta da Mickiewicz nel poema “Digressio” – Puškin se ne ispirerà per “Il
cavaliere di bronzo”. A un ricevimento a Pietroburgo nel 1826, Puškin sarebbe
rimasto talmente entusiasta secondo i
biografi da esclamare: “Che genio! Che sacro fuoco! Cosa sono io al confronto?”
Leonardo
- Era arabo? Lo sostiene il sito
fiortentininelmondo.it. Sulla base di uno studio condotto da Alfred Breitman e Roberto Malini del
Gruppo Watching The Sky”: “Lo affermano con grande convinzione Breitman e
Malini, in base ad alcune evidenze. La più importante è costituita dal
ritrovamento di un’impronta digitale di Leonardo sul dipinto “La dama con
l'ermellino”. Impronta che, “secondo l'antropologo Luigi Capasso….è caratteristica
del 60% degli individui provenienti dai paesi arabi”. Magari da un inserviente
arabo a bottega, che ha spostato incauto la tela? Capasso è un ortopedico, dell’università
di Chieti, con la passione delle ossa antiche – “da Ercolano a Roberto Calvi”,
il banchiere, spiega nel suo ultimo libro.
“L’ipotesi
di un origine araba del maestro non è tuttavia nuova”, continua il sito: “È risaputo
che il nome della madre di Leonardo, Caterina, era attribuito con frequenza
alle schiave arabe acquistate in Toscana e provenienti da Istanbul”. Non
distinguendosi più tra arabe e “circasse”
“Anche il
professor Alessandro Vezzosi, celebre studioso del Rinascimento”, finisce
fiorentininelmondo, “è convinto dell’origine araba dell’autore della Gioconda e
possiede documenti che suggeriscono l’origine orientale di Leonardo Da Vinci”.
Vezzosi in effetti, un pittore che si è fatto a Vinci un Museo Ideale Leonardo
da Vinci, con un Giardino di Leonardo e di Utopia, è autore di molti volumi su Leonardo, compresa “La Gioconda
Nuda”, e avrà pure opinato di un Leonardo arabo, va’ a sapere.
Ma ora c’è “Il
romanzo di Caterina”, che in 500 pagine definitivamente stabilisce che la madre
di Leonardo era una schiava, però circassa, come è giusto – sottinteso: bianca.
Del professor Vecce, che insegna Letteratura Italiana, ma è anche poeta, e
drammaturgo.
Milionario – La parola viene coniata nel 1720, a
Parigi, in francese, per designare i beneficiari del sistema Law, che non
sapevano dove mettere più i franchi. Fu inventato insieme con “bolla”, la “bolla
del Mississippi”, nome quasi fogazzariano, scoppiata nello stesso anno. Gli investitori nella Compagnia del
Mississippi, creata tre anni prima da Law per gestire lo sfruttamento della
valle del fiume, erano diventati tanto ricchi con la moltiplicazione del valore
nominale del titolo che non si sapeva come chiamarli altrimenti. Prima dello
scoppio della bolla – di fatto la compagnia gestiva campi di tabacco, e gli
schiavi per coltivarlo.
Occidente – Era l’Europa. In Grecia si diceva fino a ieri, per andare verso
Occidente: “Parto per l’Europa”. Poi l’Europa è stata soppiantata dalle Americhe
– con un pizzico di Russia: per “emisfero occidentale” la geografia intende il
Pacifico.
Poesia
– Cambia tono e ampiezza col passaggio al mercato.
Quando cioè, nel Sei-Settecento, senza più il patrocinio dei ricchi e potenti,
passa al mercato – ai librai, ai lettori, alle vendite. Puškin, avendo deciso
di vivere di scrittura, dopo l’abbandono dell’impiego pubblico che lo zar benevolente
aveva creato per lui, se ne lamenta, nel
poemetto “Conversazione tra un libraio e un poeta”, risolvendosi poi per un bon mot: “L’ispirazione non si può
vendere, ma si può vendere un manoscritto”. Lo steso problema si poneva in
contemporanea a Leopardi.
Russi
– Erano scandinavi? A lungo furono indecisi, nei primi decenni dell’Ottocento, dopo l’espansione
territoriale sotto Caterina II e la nascita di una letteratura europeizzante,
se definirsi di radici culturali slave oppure scandinave. Se ne trova traccia anche in Puškin, “La
storia del villaggio di Goriukhino”.
letterautore@antiit.eu
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