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L’Europa non ha mai avuto pace
“Era la prima
guerra europea”, dice Barbara Cupisti, licenziando il suo docufilm “Hotel
Serajevo”, sulle guerre etniche alla dissoluzione della Jugoslavia, “e l’Europa
è rimasta a guardare”. Non se n’era accorta. Molto si dice anche da un anno,
dalla guerra all’Ucraina, che l’Europa ha goduto di settant’anni di pace. Ma non
è così: l’Europa ha fatto molte guerre dopo la seconda guerra mondiale. Fuori e
dentro l’Europa.
La Francia in
Indocina e in Algeria - qui con mezzo milioni di morti, fino al 1962. La Russia
a Berlino Est, 17 giugno 1953, con molti morti, in Ungheria (1956) e in Cecoslovacchia
(1968), vere e proprie guerre militari. E in Polonia a fine giugno 1956, rivolta
di Poznan, e a marzo del 1968 (quanti profughi, soprattutto intellettuali, si
rifugiarono in Italia). La Germania Est a Berlino e lungo tutto il confine con
la Germania Ovest, con centinaia di morti, nei quasi trent’anni del Muro, dal
1961 al 1989.
Ma già prima, non
se ne parla per non alimentare i nazionalismi (e il ridisegno delle frontiere),
tra il 1945 e il 1949 dodici milioni di tedeschi furono sloggiati con la forza dalla
Prussia Orientale, la Pomerania, il Brandeburgo, la Slesia, la Galizia, i
Sudeti (Cecoslovacchi) e il Banato (Romania). Rifugiati obbligati in Germania,
che non aveva di che mangiare per sé.
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