Mai a sinistra
Ha
meravigliato l’inconsistenza di Schlein alla prima uscita pubblica, in
conferenza stampa. Ma non ha background politico,
se non di essere donna, giovane e lesbica, una fra le tante, e non può
inventarselo.
È
un’improntitudine che viene da lontano. Dalla sinistra storica dopo Cavour, e
dai radicali storici – ma anche di quelli di Pannella. Mentre del partito
Comunista, che ha occupato la politica nel dopoguerra, deve sempre farsi l’anamnesi
storica, ancora dopo trenta e più anni, se non ha irretito la sinistra nell’obbedienza sovietica, invece di liberarla.
Al meglio burocratico: Berlinguer chiedeva l’occupazione della Fiat nel 1980, Cofferati
portava a Roma nel Duemila tre milioni di persone, a carico della Cgil, per candidarsi
a capo dell’ex Pci, Lama impegnava un referendum per l’inflazione, Veltroni
contro la tv commerciale (“non interrompere un’emozione”). Cattivo sempre e
micidiale contro ogni altra idea della sinistra. Compresa la Liberazione.
L’Italia
è l’unico paese industriale che non ha avuto un governo di sinistra. In centosettant’anni
ormai di storia. L’apertura a sinistra degli anni 1960, il centro-sinistra con
il partito Socialista, con la coda anni 1980, Pertini-Craxi, è stato
specialmente ferace, rinnovando l’Italia: diritto civile e di famiglia, divorzio,
aborto, statuto dei lavoratori, sistema sanitario nazionale, programmazione dell’economia,
programmazione del territorio, abbattimento dell’inflazione post-crisi 1973 del
petrolio, una serie di leggi che ha cambiato l’Italia. Ma questo non fa storia – non quella perlomeno
degli storici.
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