Ombre - 664
Il
presidente della Federazione calcio Gravina che, come un imperatore romano, grazia “in via eccezionale e straordinaria” Lukaku, un uomo per sé indistinto, messo lì
da Galliani e Lotito, è conferma che la giustizia sportiva è una sentina di
poteri loffi.
“La
segreteria del Pd in trasferta” ha una pagina su “la Repubblica”. Da Roma a
Riano Flaminio, che è a Roma: “I componenti del vertice in pulmino a Riano cantando
«Bella ciao»”. Per inaugurare un monumento a Giacomo Matteotti. Fatto costruire
da un sindaco Pd, che governa insieme con Fratelli d’Italia – peraltro precisando: “La mia matrice è
post-comunista”.
Gli
Stati Uniti sono nuovamente “una fabbrica”, spiega Rampini sul “Corriere della
sera”. Come dire: sono tornati la fabbrica del mondo. No, non lo sono più, da molti
decenni – da prima di Reagan. È questa è la verità della globalizzazione, e il
suo grande merito. Che ha “liberato” il vecchio Terzo mondo, i tre quarti del pianeta,
ammettendolo alla produzione e alla ricchezza. È questa la vera rivoluzione del Novecento, altro che il bolscevismo.
Ma.
C’è un ma: l’1 per cento più ricco del
mondo duplica e triplica ogni pochi anni la sua quota di ricchezza
sula ricchezza mondiale. È il grande “buco” dell’ideologia di Thatcher e Reagan
che ci governa: che il mercato produce più ricchezza. Si, evidentemente, ma a
favore di chi? Nei paesi già industrializzati – ma anche in quelli “nuovi”,
tipo Cina, o India. In America vanno in crisi le banche dei ricchi, First
Republic dopo Silicon Valley Bank.
Dunque, dopo le
sanzioni alla Russia, giuste, perché ha fatto la guerra, dobbiamo tagliare
i ponti con la Cina? Ci sarà un perché. Forse perché la Cina non ammette che facciamo
di Taiwan un’altra Ucraina, con i missili Nato alla frontiera. Intanto gli Stati
Uniti, da cui arriva la richiesta tassativa (si vede dai tanti siti “amerikani”
in lingua) hanno gravi problemi con la Cina: gran parte della loro inflazione è
causata dai problemi dei porti del Pacifico a movimentare i miliardi di
container in arrivo dalla Cina, con sovraprezzi di stallìe e controstallìe.
“la
Repubblica”: “Messaggio a Pechino: le navi militari italiane in rotta per il
Pacifico”. Xi starà tremando.
“Le
navi” italiane in rotta verso la Cina per ora sono il Morosini. Un pattugliatore.
Ma
tra un anno ci sarà anche una portaerei, la Cavour. Che “navigherà fino al
Giappone”. Ma il Giappone è più lontano di Pechino?
“Queste
missioni”, spiega Mastrolilli, “oltre al valore strategico, ne hanno anche uno
industriale, per mostrare ai vari Paesi i prodotti italiani che potrebbero
comprare”. Vendere navi militari alla Cina? Al Giappone?
È
che anche la Marina vuole la sua porzione di “missioni militari”, con indennità
operative (gratifica e doppio stipendio) – come gli Alpini un tempo nelle
pianure paludose del Mozambico.
Il
presidente della Camera Fontana, che chiama gli allievi del liceo Bachelet in
visita col ch duro? Bàkelet ci può stare – nessuno conosce più il
francese. E poi il presidente è leghista, veneto – quindi austriaco. Ma uno che
si proclama cattolicissimo e non sa di un (quasi) martire cattolico? E un presidente
della Camera che non ha un minimo di curiosità per questo nome per lui strano
di una scolaresca? E i funzionari che gli hanno preparato la funzione? Una volta i funzionari delle Camere erano colti, molto, e perbene
(“distinti”).
Si
lamentano i cronisti politici già entusiasti che Elly Schlein alla prima
conferenza stampa abbia parlato molto per non dire nulla. Va veloce in effetti,
come Napoleone – il quale diceva “l’intendance
suivra”, poi arrivano i cannoni e le salmerie. Lo disse, pare, arrivando in
Russia.
Il G7 equipara agli e-fuel
i biocarburanti. Che invece Bruxelles esclude dalla transizione verde. Perché?
Perché nel G7 contano Stati Uniti e Giappone, e l’Italia, che sostiene i
biocarburanti, non ha avuto problemi a farli accettare. Bruxelles invece si
limita a chiedere a Berlino - che non vuole concorrenti nella transizione. E
questa è tutta l’Europa.
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