Per un rientro soft dall’inflazione
Le
banche cenTrali haNno trascurato e forse attivato l’inflazione? Con i tassi zero o negativi, con quantitative
easing a catena, il riacquisto di
titoli di Stato, la liquidità illimitata – il “whatever it takes” di Draghi? Sì, ma non potevano fare altro, negli
Stati Uniti dopo la crisi bancaria del 2007, in Europa dopo la crisi del debito
del 2011-2012. Tassi zero e credito a gogò hanno ubriacato la politica, i governi,
i parlamenti, in una sorta di “licenza di spesa senza redini”, e di “qualcosa
per ognuno”.
Dovevano
le banche centrali ammonire contro questi eccessi? Il quantitative easing è stato quasi doveroso anche a fronte della
pandemia, che nessuno poteva prevedere. E poi c’è stata la guerra della Russia,
anch’essa non prevedibile, che ha disorganizzato il mercato internazionale delle
merci, specie delle materie prime.
La
reazione all’insorgenza dell’inflazione è però pericolosa, se rallenta troppo
le economie. Mettendo a rischio le politiche dei redditi – il rischio è di
avviare una ricorsa salari-prezzi. L’ex governatore della Banca Centrale
Indiana è per un rientro soft dell’inflazione
- dovuta a due emergenze, oltre anche alla politica monetaria permissiva. Per
una politica di austerità solo per questo aspetto: rientrare dagli eccessi
politici, dal deficit spending attraverso
il quantitative easing.
Raghuram
Rajan, For central bankers less is more,
“Imf F&D Finnce and Development”, marzo 2023, free online
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