lunedì 10 aprile 2023

Tradizionalisti crescono, e sfidano il papa

C’è un LMM, un movimento di massa per la messa in latino - tanto agguerrito quanto è allitterante.  La rivista newyorkese ripercorre la questione, prendendo spunto dalla recente insubordinazione dell’arcivescovo di San Francisco, Cordileone – che è pure no wax. Ma fa con minuziosa ricerca il peso della questione.
Non c’era un movimento col papa precedente, Benedetto XVI – ma già con Giovanni Paolo II, che pure si esercitava personalmente, famosamente, in attitudini e linguaggi molto “localizzati” nei uoi frequenti viaggi: lo scisma di Lefebvre sembrava rientrato. I tradizionalisti potevano esercitare la liturgia latina, il Vaticano non s’intrometteva – il canto gregoriano aveva diritto di cantarsi in chiesa come le chitarrate. E quando emerse fra i tradizionalisti il vecchio antisemitismo, per bocca dell’intemperante “vescovo lefebvriano” (ordinato da Lefebvre) Williamson, questi fu sospeso a divinis, e nuovamente scomunicato, dopo una prima remissione.
Il dialogo, seppure in sordina, si è interrotto col papa Fancesco. Il tema non sarebbe nemmeno in agenda al prossimo sinodo a ottobre. E ora il rischio di scisma è concreto. In America, pare, non marginale. Francesco avrebbe adottato il criterio di governo di Pio IX, il papa del “Syllabus” di Donoso Cortés, e dei dogmi: non c’è posto nella Chiesa per chi non accetta la decisioni prese da un Concilio.
Paul Elie, What’s behind the fight between Pope Francis and the Latin Mass Movement, “The New Yorker” 10 aprile, free online

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