Appalti, fisco, abusi (225)
Non si
riesce a riformare il. “codice degli appalti”, quello che fa durare le opere
pubbliche venti e trenta anni, e spesso le lascia incompiute. Il suo pilastro,
il “massimo ribasso”, è una stupidaggine –subito dopo l’assegnazione si fa
causa, la prima di tante, con Tar, Consiglio di Stato, e ritorno – per
ricominciare subito dopo, dopo la prima tranche.
È evidente che il giuridicismo non funziona. Perché allora non si cambia?
Perché ci prospera la burocrazia. Ci prospera in senso lato, con beneficio
economico oltre che di potere – il potere si esercita per interessi privati e privatissimi.
Curioso
che in tante revisioni della spesa pubblica, per esempio di Cottarelli, che pure
ha pensato e pensa di se stesso come un presidente del consiglio in
aspettativa, non si rilevi questa che è la falla più grossa dei conti pubblici:
le opere, gli appalti, il “codice” degli appalti. Di furfanterie alimentate
dalla legge - dal giuridicismo, dal leguleismo.
Dovendo
fare benzina in autostrada, capita che le stazioni di servizio fai-da-te addebitano
l’ammontare massimo utilizzato prima o dopo il personale utilizzo. Poi, il giorno
successivo lo cancellino, cancellino l’anomalia. Ma non del tutto. Con
l’ammontare massimo ne addebitano infatti uno modesto, 18-20 euro. E questo non
lo cancellano. Costringendo, oltre che alla perdita dei 18-20 euro, a cambiare
carta – una procedura faticosa e lunga. Si clonano le carte con una frequenza
spaventosa alle stazioni di servizio. Sono extra
legem?
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