Baruffe lepeniste - Darmanin vuole fare Meloni
Gérald Moussa Darmanin, pupillo del
presidente Macron, parte del suo partito En Marche, ora Renaissance, fin dalla
creazione nel 2016, è in corsa per la successione a Macron. E in questa aspettativa
deve dimostrarsi muscoloso - quello che non sa essere in Francia, con le tante
violenze di piazza.
Da un buon quarto di secolo le presidenziali
in Francia si decidono al secondo turno: tutti contro uno. L’uno sono i Le Pen,
il padre e poi la figlia. Tutti sono tutti gli altri. Vince chi al primo turno
rimane in gara contro i Le Pen. Dopodiché il gioco è fatto: al secondo turno
avrà i voti di tutti, contro Le Pen.
Il copione è ora in discussione perché
all’ultima applicazione, a giugno, Macron ha rischiato al primo turno, vincendo
di poco il ballottaggio, benché presidente uscente, contro Mélenchon, della
nuova sinistra. Contro questa sinistra non più ingessata (socialista) e anzi piazzaiola, Darmanin deve quindi provare a scavare un po’ nel voto della
destra moderata, i Républicains ex gollisti, e meglio ancora nella destra
lepenista, stanca di fare l’opposizione.
Di fatto Darmanin vorrebbe essere
Meloni: rubare voti alla Lega-Le Pen.
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