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Guerre latine, poco serie
La guerra della Spagna, e della Francia, all’Italia
è un film grottsco di Gianni Zanasi, “WAR – La guerra desiderata”, presentato
qualche mese fa alla Festa del Cinema di Roma. Da ridere, ma con qualche verità.
Un progetto del 2019 contro l’idea di guerra, e realizzato dopo il covid, tre
anni dopo, nel clima della guerra europea, della guerra in Ucraina. Prendeva
cioè l’idea di guerra nella sua maggiore implausibilità. Ma non è così,
evidentemente. Non tra le nazioni latine.
Le “nazioni latine” sono tema
riprovevole per i media e molta opinine pubblica nell’Europa che conta, che si
chiami Nord Europa o Europa tedescofila. Ma è tema evidentemente di qualche
fondamento.
La superficialità delle politiche
in Francia e in Spagna nei confronti dell’Italia si giustificano con ragioni politiche:
sinistre contro destre. Ma le critiche francesi vengono da un partito che non
si sa cosa sia se non che non è di sinistra, quello del presidente Macron. No, è
che i latini non hanno un concetto dell’opportunità – della convenienza: parlano
come gli viene.
Dal punto di vista politico le
critiche oggi da Parigi e da Madrid, teoricamente da sinistra contro Meloni, invece
la rafforzano. Funzionano come palle alzate all’avversario nel tennis per uno smash, un pallonetto per una schiacciata. Mettono anche in imbarazzo le opposizioni in Italia: le critiche del Pd alle politiche del lavoro di Meloni devono essere sospese - come già sono state sospese quelle alle politichee della immigrazione.
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