I prigionieri in Germania non erano resistenti
Si fa confusione sui 600 mila italiani,
militari e non, che finirono in Germania dopo l’8 settembre, in larga parte
prigionieri di guerra, oppure al lavoro forzato, da renitenti alla leva. Erano
per lo più addetti ai lavori in agricoltura, per sopperire alla mancanza di
manodopera tedesca, tutta ai fronti di
guerra, compresi gli adolescenti.
La scelta dopo l’occupazione per gli
italiani adulti era o combattere o prigionieri in Germania. Per un italiano era
una non scelta – si contano quelli che si arruolarono. In Ucraina e in Croazia
invece la Germania aveva trovato una risposta larga, con arruolamenti sia nella
Wehrmacht sia nelle SS combattenti.
La Repubblica Federale ha poi pagato a
questi combattenti le pensioni di guerra. Anche nella forma reversibile, a mogli e figli.
Nessun commento:
Posta un commento