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Il mattino di Firenze
“«Il
Giornale del Mattino» fu il primo dei due giornali che inaugurarono un modo
nuovo e moderno di fare il giornale quotidiano”, Sergio Lepri, che ne fu a
lungo caporedattore, può sintetizzare così il giornale della Firenze di La
Pira: “L’altro era (in realtà sarà, qualche anno dopo – n.d.r.) «Il Giorno» di
Milano… Dico «moderni» per l’architettura delal pagina, per la gerarchia dei
contenuti, per il tentativo (e questo fu caratteristico del «Giornale del
mattino» più del «Giorno» di Milno) di vedere nel giornale un quotidiano
dialogo con i lettori”.
Allo
scioglimento del Cln, il Comitato di Liberazione nazionale, nel 1946, la
testata del giornale interpartitico (cinque direttori, ognuno per ciasuno dei
cinque aprtiti del Cln, e redattori divisi pro quota, due per aprtito…. )
“Nazione del Popolo” viene assegnata alla Democrazia Cristiana, comunisti e
socialisti prendono il “Nuovo Corriere”, fondato dagli Alleati, sempre alla
liberazione di Firenze, come avvenne con la “Nazione del popolo”, l’11 agosto
del 1944.
Non
c’erano i fondi per continuare la pubblicazione della “Nazione del popolo”, ma
Vittore Branca, che ne era il direttore per conto della Dc, li chiedìse e li
ottenne da mons. Montini, il futuro Paolo VI, sostituto alla Segreteria di Stato del Vaticano – “Proprio ieri”,
dice Montini a Renato Branzi, futuro aministartore, che ha accompagnato Branca,
“il.Santo Padre mi ha dato questo asegno di otto milioni, lasciatogli da un
visitatore, perché lo destini alla ricostruzione delle chiesse distrutte dalla
guerra in Toscana. Il Papa è molto angosciato per la presenza in Toscana di un
comunismo ideologizzato come forse in
nessuna altra parte d’Italia… Spiegherò al Santo Padre il cambio di
destinazione”. Presto la testata sarà cambiata, attraverso un referendum con i
lettori, in “Il Mattino”, in varie declinazione per non inciampare nella testata
storica di Napoli.
Un
giornale cittadino, nemmeno toscano, che però è arrivato fino a 50 mila copie,
e a farsi leggere a Roma. Legato a Fanfani, allora “rivoluzionario”, dopo La
Pira. Ma anche molto professionale. Ha redattori agli inizi Cancogni, Cassola,
Citterich, Palandri, Cavallina, Sandro Norci, professore di filosofia, poi capo
del Culturale all’Ansa, Hombert Bianchi – anche lui professore di liceo:molti i
professori . Per la politica estera fa capo ai corrispondenti della “Gazzetta
del popolo” di Torino: Ottone, Buno Romani, Mino Caudana, Arrigo Levi, Del
Boca. Tra i collaboratori vanta Berenson, Luzi,
Leone Traverso, Branca, Betocchi. E molti giovani che diventeranno autorevoli:
Folena, Baldacci, Leone Piccioni, Coccioli, Sanvitale, Valentino Bucchi, perfino
Oriana Fallaci al debutto.
Una
vivacissima ricostruzione di Sergio Lepri che apre il volume, un piccolo libro
nel libro, testimonia di una Firenze molto vivace, e molto presente nella scena
interna e internazionale. Soprattutto per le iniziative di La Pira, il
professore siciliano di Diritto Romano che ne fu due volte sidaco. Il Festival
dei Popoli, quando ancora molta Africa e molta Asia era in condizione coloniale,
e le varie iniziative per la distenzione: dei sindaci delle città nemiche,
Washignton, Mosca, Pechino, degli incontri e colloqui di pace tra nemici, arabi
e israeliani, russi e americani.
Il
volume raccoglie una selezione (una trentina) dei 299 editoriali di Ettore
Bernabei, che per sei anni fu il direttore del quotidiano. Scelti e presentati
da Piero Meucci. Con due testimonianze sullo stesso Bernabei, una sulla sua
indelebile fiorentinità, del figlio Marco, e una sul suo ruolo, in effetti
rivoluzionario, alla Rai di cui fu poi presidente, di Giuseppe Fedi, il figlio
di Uberto, il responsabile della segreteria tecnica, il funzionario che
introdusse il presidente-senza-poteri nell’intricato organismo.
Lo
stesso Meucci ricorda nella breve introduzione un’altra Firenze, che riusciva
ad “anticipare l’agenda del dibattito pubblico”, laboratorio di idee e di
iniziative, nell’apertura sociale della città, e tra Nord e Sud, tra Est e
Ovest.
Piero
Meucci (a cura di), Ettore Bernabei e il
Giornale del Mattino, Polistampa-Fondazione Giorgio La Pira, pp. 367, il. €
18
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