giovedì 18 maggio 2023

Il racconto felice della vita amata

Il tema dei ladri di bambini, in una narrazione dettaglista, lunga, e avvincente. Due “mediatori (broker) di buone azioni”, di affidi-adozioni illegali di neonati, abbandonati dalla madre o d’accordo con la madre stessa, un giovane che è stato orfano in orfanotrofio, e un lavandaio in età cacciato di casa dalla moglie e indebitato con la mala, recuperano davanti a una “ruota degli esposti” un neonato abbandonato per terra. È l’occasione di un affare ghiotto, si possono spuntare molti milioni, e un’odissea si avvia, dei “mediatori di buone azioni” col neonato, con la madre del neonato che in qualche modo si aggrega, e con un ragazzino del vecchio orfanotrofio del ladro giovane di bambini. Sotto il controllo occhiuto della polizia, nella specie di due sbirre che s’ingozzano di cibo e odiano il mondo, ma devono aspettare il momento in cui ci sarà la proibitissima vendita. Finirà male, con la condanna inevitabile di tutti, i due ladri di bambini e la madre. Ma con la più durra delle sbirre che terrà in caldo il neonato e lo farà crescere fino a che madre e ladri non escono tre anni dopo in libertà.

Un racconto anticonformista, fuori e contro l’anti-maternità, il diritto all’aborto, e “femmina è bello”. Che sarà apparso una provocazione a Cannes un anno fa, al festival reduce dalla fresca Palma doro a Ducournau, per l’horror “Titane”, in cui la lap dance per soli uomini si fa in amplessi con le automobili, e una specialista di questi amplessi uccide col fermacapelli chi attenta alla sua verginità – il festival si è fatto perdonare premiando il prim’attore, il ladro anziano di bambini, Song Kang-ho. Dal lato della vita - i cinque protagonisti si dicono reciprocamente “grazie per essere in vita” la notte prima dello scompaginamento poliziesco, del politicamente corretto.

Un film perfino troppo buono. Non c’è cura di un infante che si possa immaginare più attenta e calorosa dei due ladri-padri, del vecchio come del giovane. Ma ben scandito, e per questo pure convincente. L’esito è un inno alla vita, anche della madre degenere, anche delle polizie, anche delle organizzazioni imprenditoriali degli orfani.   

Hirokazu Kore’eda, Le buone stelle - Broker, Sky Cinema

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