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Inno sommesso alla vita – alla famiglia
Un
film forte, sugli affetti genitoriali, familiari. Costruito su un fatto avvenuto
in Sicilia. Dove a una madre insorge accidentalmente il sospetto che l’ultima
sua figlia, ora di sei anni, cucciola amatissima, soprattutto dal padre, nata una
notte di Capodanno, sia stata scambiata nella nursery. Un barlume, una ipotesi come
un’altra, che diventa un’ossessione. Ma viene confermata dalle analisi, del
sangue prima e poi del dna. L’altra coppia viene coinvolta, restia a dare corso
a questa che è diventata una mania. Le due bambine alle elementari intanto sono
diventate inseparabili.
Il
film segue lo svolgimento della vicenda, negli aspetti giuridici e affettivi,
psicologici, diversi e anzi conflittuali nelle due madri. Fino alla conclusione,
che pare sia stata positiva: di costituire una sorta di famigilia allargata,
dove c’è posto per tutti gli affetti, anche per le - e delle -
figlie-non-più-figlie.
Un
caso pirandelliano, del figlio sbagliato. Che si sarebbe potuto prestare alla
delegittimazione della famiglia, nel quadro dei “diritti” o del no gender - che senso ha la
“genitorialità” (la maternità, la paternità?). E forse in questa ottica è stato
programmato. Ma Porporati lo svolge in dolcezza. Con le bambine, che non è
difficile, ma anche con i genitori, soprattutto i padri, e col Tribunale dei
minori, qui specialmente saggio e prudente, trovandosi di fronte a un caso “salomonico”.
Anche le figure marginali, l’avvocato, i nonni, i compagni di lavoro, defibrillano, partecipi e
insieme saggi.
Le
tensioni si sciolgono quando l’altra madre, che aveva difficoltà a procreare,
rimane di nuovo incinta. Un inno sommesso alla vita.
Andrea
Porporati, Sorelle per sempre, Rai
1, Raiplay
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