La libertà come arma - o la corruzione del potere
È
il 1947, il Senato degli Stati Uniti discute una legge contro i linciaggi ma
non la approva. Alla cantante jazz Billie Holiday, che ha in repertorio
“Strange Fruits”, una canzone che può essere interpretata contro i linciaggi,
“Strange F ruits”, è intimato di non cantarla in pubblico. Lei lo fa, e l’Fbi
la incastra per possesso e consumo di stupefacenti, e sospetto comunismo, con condanna
a un anno di prigione. Dopo lo scandalo Billie eviterà di cantare “Strange
Fruits”. Mentre si fa sapere che l’innamorato con con cui aveva preso la cocaina
era dell’Fbi.
Un
film dello squallore. Non un legal thriller, mozzafiato. Ma nemmeno
una denuncia. Della grande corruzione, per esempio, della politica americana.
Della giustizia del West – prova a difenderti. Piccoli manager, piccoli mariti
e innamorati, per lo più anche loro neri come Billie Holiday, che quindi si
penserebbero automaticamente vittime ma colludono sempre con gli sbirri, a perseguitare
gli innocenti, e nemmeno si possono dire venduti, non lo fanno per soldi. Un
mondo senza dignità, nel nome della libertà. Sconcertante.
Lee
Daniels, Gli Stati Uniti contro Billie
Holiday, Sky Cinema
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