L’amore povero e ricco, tra i ghiacci
Una
storia d’amore, delicatissima. Malgrado la disgrazia cupa, incombente. Tra
spiriti semplici. In un mondo di solitudini. Una campagna aspra, una comunità
quasi primitiva. Nonché, sottotraccia, ma più notevole per essere oprtacdi una scrittrice, il fantasma della virago, la donna americana, il cuore duro, distruttore.
Un racconto lungo, longform, che a ragione in più edizioni si ripropone. Questa è la prima
del dopoguerra, periodicamente ristampata, nella traduzione di Greti Ducci, Bur
1963, che tiene banco dunque da sessant’anni.
La
sorpresa di questo racconto lungo è il tono West, da epica povera del West. Di
una scrittrice molto italianata e molto francesizzata. In un New England che si
conosce come la parte più classica e più europea degli Stati Uniti, più colta e
anche più turistica, di lusso, ed è invece anche agreste, montuosa, tutta granito
d’estate, “un paesaggio squallido e triste”, dal “terribile clima”, ghiaccio
d’inverno, ed era come abbandonata, isolata, ancora un secolo fa. Un racconto a cui Wharton teneva, che ha dotato di una introduzione.
Edith
Wharton, Ethan Frome, Bur, pp. 149 €
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