sabato 20 maggio 2023

L’Europa entra in guerra e non lo sa

La piega sorridente del presidente Biden, che potrebbe leggersi come un ghigno (i dermoplastici sono cinici), manda gli europei alla fornitura degli F-16 all’Ucraina. Per smaltire le scorte e obbligare poi i partner a rinnovare il parco caccia, con beneficio di Lockheed, Northrop Grumman e altri fabbricanti (gli Stati Uniti da tempo hanno smesso di armarsi con gli F-16, un caccia di cinquant’anni fa, e fra un paio d’anni non li utilizzeranno nemmeno, cercano compratori di seconda mano, Pakistan, Brasile, Indonesia, etc.). E per mandare l’Europa in guerra, né più né meno.
L’F-16 non è più da tempo un caccia intercettore. È un caccia multiruolo, compreso il bombardamento. Armato anche di missili aria\suolo, una dozzina, e di una quantità di bombe, in caduta libera e a grappolo. Fa male.
Le fornituire americane ed europee all’Ucraina sono state finora analoghe al Lend Lease Act del 1940, tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, all’accordo che consentì alle forze armate britanniche di rispondere all’aggressione tedesca grazie ai rifornimenti di materilie e mezzi Usa. Non del tutto analoghe:  ora gli armamenti vengono non da oltreoceano ma da paesi limitrofi ai contendenti. Una differenza capitale - ma anche allora, dopo due ani di Lend Lease, gli Stati Uniti furono coinvolti nella guerra. 
Il caso non è analogo anche perché la Russia non è la Germania di Hitler. La sua è una guerra d’aggressione, e l’Ucraina va quindi difesa. Ma l’Ucraina è una nazione che ha una storia di persecuzione delle minoranze. E l’America punta a una sconfitta della Russia, non a una pace onorevole: “Non basta che l’Ucraina vinca, la Russia deve perdere”, è l’assioma strategico degli Stati Uniti.
Questo fa capire che la Russia dovrà combattere fino in fondo, con Putin o senza. E con tutti i mezzi.
Che la Russia combatterà a fondo e con tutti i mezzi è dato per scontato, anche questo, dai piani militari americani. Solo gli europei non lo sanno.


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