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Multilateralismo senza Europa
Il multilateralismo si rilancia,
in funzione anti-americana, con esclusione quindi dell’Europa. A opera della
Cina. Con inclusione della Russia – dopo una storica estranetà, inframezzata da
conflitti, Cina e Russia si incontrano, all’insegna del multilateralismo.
Al netto dell’invasione
del’Ucraina (che però è una trappola in cui è caduta), la Russia è ora meno
isolata di quanto lo fosse due anni fa: ha perduto i legamenti con l’a Ue ma è
riuscita ad avvicinare la Cina, che a lungo se ne è tenuta distante, ed esce
dall’isolamento col rilancio dei Bric (Brasile, Russia, India, Cina), dello Sco
(Organizzazione per la cooperazione di Shangai) e del Ric (Russia, India,
Cina). In ogni ambito all’ombra della Cina. Ma non iù isolata. E all’ombra del
multilateralismo, in funzione anti-Usa.
Il
multilateralismo era concezione e proposta politica di Kissinger nel1974, nel
post-Vietnam. Gli Stati Uniti uscivano da una crisi grave, militare (Vietnam),
economica (dollaro inconvertibile) e politica (dimissioni Nixon), e
il segretario di Stato uscente proponeva un riequilibrio mondiale con più
protagonisti. Ma con almeno due soggetti, Europa e mondo arabo-islamico, legati
agli Sati Uniti.
Il presidente cinese Xi rilancia il disegno in chiave di
“contenimento degli Usa”. Come risposta preventiva alle provocazioni americane
su Taiwan. Alle provocazioni del partito Democratico americano, da Pelosi al presidente Biden - in
realtà dei collaboratori e discepoli di Madeleine Albright: ad essi Biden ha
confidato tutti i posti di politica estera.
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