Ombre - 668
Si
riunisce il G 7 - “i Grandi della Terra” - a Hiroshima e avalla l’agenda e il
comunicato preparati da Jake Sullivan, il “consigliori” per la Sicurezza
Nazione del presidente americano. C’era bisogno di andare fino a Hiroshima? Forse
per la foto-ricordo?
O
non sarà stato per reiterare le mancate scuse americane per l’uso della bomba
atomica – che i “Grandi” capiscano?
A
Torino si impedisce a Eugenia Roccella di parlare. Schlein applaude. È di
sinistra?
Impediscono
a Roccella di parlare un gruppo di donne, ghignanti e di poche parole. Roccella:
“Quello che più mi ha colpito, e sinceramente mi addolora, è che delle donne abbiano
impedito ad altre donne di parlare”. Se lo impedivano a un uomo era meglio?
Roccella,
femminista ormai da qualche anno, non conosce le donne?
A
Roma alcuni municipi-circoscrizioni non sanno spendere i soldi allocati da Roma Capitale, dal Campidoglio, per lo “sfalcio”, per ripulire marciapiedi e giardinetti da ortiche e altre
erbacce - e dalle deiezioni canine. È vero, non è una barzelletta: hanno anche
restituito a Roma Capitale i soldi ricevuti per questo appalto. I consiglieri
circoscrizionali non ci potevano guadagnare?
“la
Repubblica” fa quattro-cinque pagine contro il governo (non vuole aiutare l’Emilia,
perde i fondi europei, “Trudeau gela Meloni”, si sa che il Canada è freddo), e
poi gli sbatte in faccia una pagina di Zerocalcare: “La destra è ossessionata dall’egemonia
culturale, la sinistra l’ha persa”. Cioè?
Eurobond
è un’emissione obbligazionaria di un governo o di una società in una valuta
straniera. Il primo eurobond, ricorda l’“Economist”, raccolse 15 milioni di
dollari per Autostrade, il gestore della rete autostradale italiana, nel 1963. Allora
di proprietà pubblica, dell’Iri. I gruppi pubblici, l’Eni ancora più dell’Iri,
conoscevano e praticavano i mercati internazionali, a differenza di quelli privati
– se non per le relazioni dubbie (personali) di Cuccia per Mediobanca.
Bono
Vox degli U2 canta e ricanta “Torna a Surriento” al San Carlo di Napoli, in
memoria del padre Bob, “un bravissimo tenore”, e di un Sorrento Lodge, il bar
che col padre frequentava la domenica per una birra. Ne ha anche per Giovanni
Paolo II, nel suo spettacolo – a Napoli in chiave festa di campionato: “Un
portiere in gioventù diventato un marcatore. È stato il nostro Osimhen”.
“Io
non voglio fare politica, ma per ogni serbo il Kosovo è il cuore, è il centro
della nostra cultura, della nostra identità, della nostra tradizione, della
nostre religione” - Novak Djokovic a Aldo Cazzullo sul “Corriere della sera”. È
per questo che la Cia lo ha strappato alla Serbia, con le bombe, e con i
“volenterosi” Scalfaro e D’Alema, la sacrestia e la falce e martello: per
aprire una piaga in Europa? Affidandolo
a un capomafia, Ibrahim Thaci, un contrabbandiere di droga.
Quando
la Nato bombardava Belgrado Djokovic aveva dodici anni. Al primo bombardamento
che colpisce la casa, scappa con i fratelli più piccoli verso casa di una zia,
alle tre del mattino. Inciampa cade, guarda in alto, e vede due caccia :
“Spararono due razzi contro l’ospedale militare, che esplose a 500 metri da
noi, la terra tremò, tremava tutto…”. Crimini di guerra? I “volenterosi” hanno
e lanciano sempre “bombe di precisione”
– l’Occidente è esotico-….. (Evola) più che razionale. In guerra e non solo.
Il
tennista serbo è stato in carcere in Australia. “Non potevo aprire la finestra.
Io sono rimasto meno di una settimana, ma ho trovato ragazzi, profughi di
guerra, che erano lì da moltissimo tempo. Il mio caso è servito a gettare luce
su di loro, quasi tutti sono stati liberati, e questo mi consola. Un giovane
siriano era lì da nove anni”. In Australia, una costola dell’Inghilterra, che è
naturalmente la patria del diritto.
“La
guerra l’hanno vinta gli Americani. E i Russi”, poteva annotare Le Carré nelle
memorie, “Tiro al piccione”, 2006: “L’Europa è uno spettro, da Londra a Bonn”.
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