Si
chiamano “politiche industriali” ma sono protezionismo. Non c’è il decoupling, non dichiarato, dalla Cina o
dall’India, ma è come se. Mancano i dazi ma il resto c’è tutto, spiega il
bollettino dell’Fmi: sussidi pubblici sottoforma di politiche industriali e
contributi (alla ricerca, all’innovazione, alla transizione verde), restrizioni
alle importazioni per motivi di sicurezza nazionale e protezione ambientale,
controlli alle esportazioni per favorire i consumi domestici, embarghi
geopolitici.
Il
problema – non detto – è: questo lo dobbiamo a Putin oppure a Biden?
Milano discute se su una piazza creare un museo
della Resistenza. Ma eliminando il grande glicine ch da mezzo secolo la adorna.
Discutono l’Anpi, l’associazione dei partigiani, con comitati di quartiere.
Tutti di sinistra e di più sinistra. Bello, segno di abbondanza, ricchezza, prosperità.
Ma non c’è la guerra, l’inflazione, l’alluvione, non ci sono i lutti da covid?
Si
candida l’Italia, la Sardegna, nel comprensorio poco antropizzato
Bitti-Lula-Onnai,per l’Einstein Telescope, un avveniristico progetto europeo
per la ricerca sulle onde gravitazionali, con ricadute tecnologiche e
scientifiche attese di gran peso, con un investimento da 1,6 miliari e molte
migliaia di occupati qualificati, per il quale, in concorrenza con l’Olanda, il
governo schiera un comitato presieduto dal Nobel Parisi. Ma subito la Confindustria
si lamenta. Di che? Non ci sono abbastanza “ricadute” – sussidi alle imprese.
Annunziata
sbatte la porta alla Rai in prima pagina: “Non resto a fare il prigioniero
politico”, di Meloni. Ma non ne fu la presidente vent’anni fa, per un governo
Berlusconi?
Berlusconi
era un fedele di De Mita vent’anni prima, che non mancava di omaggiare quando
veniva a Roma.
Curiosa
logica di Mario Monti sul “Corriere della sera” a proposito del Mes, il
Meccanismo europeo di stabilità, o fondo salva-Stati (e banche). Della mancata
ratifica parlamentare del Mes. Ma il Parlamento non si è pronunciato, sette
mesi fa, con un no alla ratifica a meno di alcune modifiche?
Il
no e il sì al Mes è parte della ginnastica politica. Curiosa è la logica del
professore ex presidente del consiglio ora senatore, in quanto vuole che sia il
governo a ratificare il Mes? E come, per decreto? Le ratifiche sono
parlamentari. Non solo, poi vuole che il Mes, una volta ratificato, non possa
essere utilizzato senza un voto parlamentare. Si celebra tanto la costituzione,
ma c’è una logica nelle leggi.
Dunque,
il petrolio russo sanzionato si vende, raffinato, negli Stati Uniti, passando per
la Sicilia. Dove la raffineria, già di proprietà russa, è ora di diritto
cipriota, ma con qualche consigliere della
vecchia proprietà russa.
Non
è tutto. Prima della guerra la raffineria Lukoil di Priolo si riforniva da paesi
diversi, dalla Russia – dalla Russia per meno di un terzo, il 30 per cento.
Dopo si è rifornita per un anno solo dalla Russia. E niente da fare: la nazionalità
dei prodotti petroliferi è quella del luogo di raffinazione.
Non
solo gli Stati Uniti, anche l’Europa continua a rifornirsi di greggio e
prodotti petroliferi russi. Solo che li acquista via India. Cioè pagando una
percentuale in più. Le sanzioni colpiscono i paesi sanzionatori, accrescendo i
costi, direttamente o per lo scardinamento delle filiere tradizionali.
Insistono
i tg, specie Buonamici, che pure è fiorentina, a dire “le dimissioni” di Berlusconi
dal San Raffaele – la sentisse Berlusconi, che invece non molla…. Si vede che
ormai nell’informazione veloce non si capisce più niente.
Schlein
non parla, e nemmeno si fa vedere. È una strategia politica: stile sobrio, discrezione,
niente invasione di campo – l’Emilia-Romagna è di Bonaccini? Ma su “Vogue” e
della armocromia non si è schermita. Grillo ha infettato tutta la politica, a
sinistra.
Non manca nemmeno questo anno la pantomima americana al tetto al debito, al nuovo indebitamento. Che ogni anno viene superato, per un motivo o per un altro, alla fine sempre legittimamente. E quindi? La legge sul tetto al nuovo debito è utile tenerla, ma come segnale stradale di rischio, non tassativo. La pantomima nasconde il fatto che gli Stati Uniti hanno un debito trilionario - prosperano a debito, senza oneri, essendo i fornitori dei dei dollari.
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