martedì 16 maggio 2023

Putin apatico e distratto

Putin combatte una strana guerra. Era un presidente accentratore, controllava perfino le nomine intermedie a Gazprom o nelle gerarchie militari. Da quando ha voluto la guerra, che non si può dire guerra in Russia perché Putin non l’ha portata all’approvazione parlamentare, dell’Assemblea Federale, è diventato “un leader assente, solitario, e spesso indeciso”.
Un ritratto del presidente russo con fonti russe. “La decisione di invadere è stata di Putin, il risultato dei suoi cupi risentimenti contro l’Occidente, di fantasie complottistiche sull’Ucraina, e di una fiducia infondata nell’esercito”.  Pochi ne erano al corrente: “Pochi nella élite russa, per non dire del pubblico, volevano una guerra e neppure pensavano che stesse per scoppiare”. Putin l’ha voluta, chiamandola con un altro nome, ma poi “ha offerto pochi segni o spiegazioni di come il conflitto sta andando, e a che scopo”.
Putin è molto lontano dalla “caricatura di Putin, dell’uomo forte che prende al balzo ogni possibilità di conflitto con l’Occidente”. La polemica di Prigozhin, quali che sino i termini esatti che usa e l’estensione delle sue minacce alla stessa Russia, “ha comunque ripetutamente umiliato l’alta dirigenza militare e gettato un’ombra sull’intero impegno bellico russo”. Senza che Putin reagisca, in nessun modo. Allo stesso modo come non ha reagito agli attentati contro gli influencer suoi sostenitori, e ai droni spavaldamente fatti volare di notte sul Cremlino.
Joshua Yaffa, The Vanishing Acts of Vladimir Putin, “The New Yorker”, free online

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