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domenica 7 maggio 2023

Secondi pensieri - 514

zeulig


Corpo
– Pitagora lo vuole la tomba dell’anima. Ma senza non c’è anima.
Non solo il sesso, in quanto eros, attività spirituale, richiede un corpo, ma nessuna attività intellettuale, spirituale, è concepibile – concepita senza i sensi.
 
Heidegger
– Un passatista, poetico e filosofico. Tanto pù radicale quanto più è profondo. Un parallelo con Donoso Cortés, su tutte le questioni che il filosofo della conservazione ha percorso, la storia, la società, la politica, la nazionalità (il “popolo”), lo vedrebe ben più radicato, ben più radicalmente – Donoso Cortés può ancora essere un liberale.
È – può essere – il “filosofo della transizione”, intesa transizione  ecologica, al più verde o al più umano. Ma allora la transizione è una rete passatista - inevitabilmente del “quanto stavamo meglio quando stavamo  peggio”.

Natura - Mai tanto riverita quanto più la si trasgredisce – s’intende della natura buona, dell’equilibrio ambientale. La si trasgredisce e anzi si vuole annullarla, ci si prova, la tendenza  è quella, della ricerca, dello sviluppo scientifico. Nei suoi meccanismi più gelosi, “naturali”: maternità, procreazione, sesso, intelligenza, sensibilità. O portando all’eccesso la trasgressione ormai decennale e secolare, del “consumo” del territorio, dell’ambiente (acqua, aria, terra). Nei grandi progetti (infrastrutturali) come nei comportamenti minimi, quotidiani. La mobilità automobilistica  o individuale, anzitutto, la più grande distruttrice dell’ambiente – anche nella forma che ora vi vuole imporre al mercato, per obbligarlo a comprare, dell’auto elettrica. La moltiplicazione inverosimile delle plastiche,  per “valorizzare” (mettere a frutto, guadagnarci sopra) il petrolio. O, andando ai comportamenti minimi, lo sperpero pauroso di materiali, carta, plastiche, vetri, dell’industria degli imballaggi, che produce più scarti di quanta merce trasporta, in quantità, volumi e peso se non in valore.
 
Si sa della scienza che è una lettura della natura, ma anche, nelle applicazioni pratiche, nella sottospecie della tecnologia, la sua domatrice e trasformatrice.  
 
“Naturale” fu a lungo sinonimo di umano, nella filosofia, nel diritto. Come opposto a un ordinamento critico, intellettuale, su scala teologica, o di morale “superiore” – religiosa. In Giordano Bruno e in Bernardino Telesio, ma anche in sinceri credenti come Campanella - e probabilmente lo stesso Galileo, che scrisse molto ma evitò la filosofia.
Ma, seppure non dichiarata, senza appelli alla natura, la stessa via era stata un secolo prima di Erasmo e di Machiavelli. Di una naturalezza come laicità – quella che sarà chiamata laicità. Che separa il divino dall’mano, e insieme li raccorda, e la natura vede non come generante ma come ambiente.
 
In Bruno d’altra parte, l’ateologia finisce in una divinizzazione della natura che nulla ha di laico, e quindi di scientifico – è antimoderna, antiscientifica. Lo storico della filosofia Fulvio Papi ha potuto sostenere che “esistono incontrovertibilmente in Bruno aspetti irriducibili alla prospettiva della modernità”, a partire dal rifiuto del cristianesimo: “Bruno vedeva la divinità della natura, mentre noi la consideriamo essenzialmente come una risorsa”. Da esplorare e da migliorare (lo stesso in Frances Yates, che Bruno legge come un filosofo medievale, comunque legato a tradizioni o credenze vecchie).
 
Post – Tutto è post da qualche tempo – dall’età dell’Acquario, ormai un quarto di secolo, abbondante? Ma non è un “fatto” astrologico, non per divagazione. Seriosamente: postmoderno, postumano, posterità, postnaturale…. È un progresso, sia pure del mercato, dei liberi tutti, o un regresso? Come un ritorno al grembo materno – anche se è in corso pure la post-maternità.
 
Postumano – È piuttosto un postnatura: è l’uomo che si fa la sua “natura”, artificiale.
Oppure è Giordano Bruno. Che la “sostanza dell’anima”, insomma l’intelligenza, vuole comune a tutti gli esseri, “animati” e non, all’uomo come alle piante – che però sono oggi già animate, quindi diciamo dall’uomo ai minerali (in attesa che si animizzino i minerali, come è giusto, nche loro rientrano nel darwinismo ambientale o fisico). La razionalità in radice non è prerogativa umana. Non essendoci “essenza specifica”, nella natura stessa dell’“anima”, per l’anima umana, per la razionalità. L’uomo crede in un dato specifico, o in un dio, che gli attribuisce il suo dominio sulla natura, dice Bruno. Ma questo con tutta evidenza non c’è.
Non c’è in effetti nessun istinto nell’uomo, dall’amore alla violenza, all’autodistruttivià, che non sia comune agli altri esseri, animati e non. Ma saperlo? L’uomo di Bruno ha sviluppato i suoi poteri in parte per caso in parte – forse anche essenzialmente – per un migliore uso che ha saputo fare delle sue capacità. In particolare con l’uso della mano. E questo è meno persuasivo di qualsiasi anima speciale, metafisica o divina, di qualsiasi destino.  
 
Tecnologia – È la scienza applicata – la mano di Bruno. Non più dispersiva, inappropriata, pericolosa, della ricerca scientifica, pura - solo più costosa. Condannata dal solito Heidegger passatista, ma è il cuore della scienza, è la ricerca applicata, la ricerca che dà risultati, che era ben indirizzata, se ha trovato quello che cercava.
È la civiltà –la storia.
 
Transizione – Si sbandiera come suo asse l’auto elettrica. Che invece è solo una “novità” in  catalogo. Un modo per vendere più auto, addirittura rinnovare tutto il parco auto mondiale – imponendone  il rinnovo,. Un affare senza precedenti, frutto di un’idea semplice – si trascura che l’ecologia è partita da Nixon, nel 1969, finanziata dai grandi gruppi industriali americani, e segnatamente da quelli della mobilità, la Esso e le altre compagnie petrolifere, le più inquinanti. L’inquinamento dell’aria, e quindi dell’acqua (siccità\alluvioni), è della circolazione automobilistica, non dell’allevamento, o dell’agricoltura.
È la mobilità la nemica dell’ambiente. Cioè il movimento, il cambiamento, anche il rapporto umano: ne sono facilitati. Il movimento\cambiamento è parte della psiche, è un bisogno personale ed è il motore della civiltà (tecnologia), ma il veicolo individuale, che ne sarebbe la massima espressione, è poi il “miglior” killer dell’ambiente, e quindi del futuro – della libertà (oltre che essere statisticamente il maggior killer in senso proprio, o uno dei maggiori).   

Un altro concetto trending, sessuale oltre che ambientale, e personale (psicologica). Come è sempre stato, ma ora si vuole mainstream, condizione normale e non più personale, occasionale, di un mondo (realtà) instabile.


zeulig@antiit.eu

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