Appalti, fisco, abusi (229)
Sono particolarmente spregevoli,
oltre che esose, l’addizionale Irpef Regionale e quella Comunale. Perché si applicano
solo al reddito fisso, salari e pensioni. E perchè in troppi casi sono specialmente
gravose nelle regioni e le città peggio amministrate – anche di due e tre volte
tanto rispetto alle città e regioni bene amministrate. È il caso in particolare
di Roma e del Lazio - rispetto alla Lombardia: nel Lazio si va da 1,73 al 3,33
per cento, in Lombardia da 1,23 a 1,74, meno della metà.
Le addizionali più elevate sono parte
della politica fiscale del Pd. Forse ispirate ancora da Vincenzo Visco - che però
è un entusiasta pentito delle tasse (“La guerra delle tasse”, il suo ultimo
libro, ce le racconta “ tassa
dopo tassa, riforma dopo riforma e ingiustizia dopo ingiustizia”). Oltre
che nel Lazio sono specialmente alte in Emilia-Romangna (da 1,93 a 2,33 – un’aliquota
di 1,33 è per i poverissimi), nelle Marche, da 1,53 a 2,23, in Piemonte, da
1,62 a 3,33, nel Molise, 2,43-2,63 per cento. Ci sono servizi migliori nel Lazio
o in Piemonte rispetto alla Lombardia?
“Era chiaro da decenni che l’Irpef
fosse un’arma spuntata per l’obiettivo della progressività, e avere insistito
su di essa ha peggiorato il quadro complessivo”: sul “Corriere dela sera”- “L’Economia”
Maurizio Benetti, Fondazione Tarantelli, ex Cisl, presidente del fondo pensione
Cometa, dei metalmeccanici, e Mauro Maré, ordinario di Scienza delle Finanze
alla Luiss, sono tassativi. In particolare, spiegano, “la progressività
nominale agisce quasi solo sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni, e
colpisce in modo particolare quelli medi”.
Non è tutto: “L’imposta porta con
sé altre forme di progressività, occulte ma non meno importanti: almeno altre
due se ne sono aggiunte, prodotte dalle detrazioni fiscali e dalla spesa
sociale”.
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