Come partì la conquista del West
“La spedizione Lewis e Clark del 1804-1806 è
la più grande avventura di esplorazione della storia americana”, esordisce il
decano degli specialisti di Storia americana: “Gli astronauti degli anni 1960
sapevano di più della superficie della luna dove dovevano atterrare che Lewis e
Clark del Nord-Ovest del territorio della Louisiana che il presidente Thomas
Jefferson li mandava a esplorare”. Dopo che il territorio fu acquistato dalla Francia. Una spedizione, poi trascurata a lungo nella
storia americana, che fu all’origine
della “scoperta del West”. Dell’America centro-occidentale – Lewis a
Clark furono i primi americani a mappare il territorio, nella fascia
meridionale, fino al Pacifico, e a piantarvi la bandiera. Una missione confidata a un capitano. Merywether Lewis, e un sottotenente, William Clark.
La
rivista ripubblica nel numero datato 8 giugno un saggio di Wood del 1996, sotto
forma di recensione di uno studio che rimetteva alla cronaca – e alla storia –
un evento dimenticato. Wood ne fa un’epopea, ancora sull’onda dell’epica del
West: poca organizzazione e nessun sostegno, “i membri della spedizione avevano
solo barche, cavalli, e le loro gambe”, un’avventura. Ma bastante per tracciare
la storia futura degli Stati Uniti, e la vera natura della “conquista del
West”: l’eliminazione degli indiani.
In
questo senso si può dire che Lewis e Clark tracciarono la storia, delle tribù
indiane divise o nemiche, comunque da domare e estinguere. Senza mai un
riconoscimento, neppure per la squaw indiana
che fece loro da interprete. Più che da interprete, da mediatrice culturale,
presso i Sioux e altre tribù che la spedizione incontrò, e sui corsi d’acqua e
i sentieri che portavano all’Ovest.
La
stessa squaw interprete (trascritta squar nei diari della spedizione e nella
grafia americana, intendendosi comunque moglie indiana) è ora, con la critical theory e la nuova storia, un
personaggio di cui si comincia a sapere qualcosa. Ma per due secoli fu confinata
alle poche menzioni, marginali, dei diari della spedizione – che peraltro hanno
avuto circolazione tarda e limitata. Si è sempre saputo che era morta poco doo
il ritorno della spedizione, di trent’anni o meno, ora si sa che è avissuta
ancora 57 anni. Si chiamava Sacagawea o Sacajaweha (il nome è declinato im
vario modo, il secondo è quello adottato da wikipedia, che riproduce tutti i passi
dei diari della spedizione in cui ricorre). I diari la citano come indiana
Snake, arrivata con un Jacques Charbonneau (nei diari “Charbono”), un mercante
franco-canadese di pelli che si era proposto di accompganare la spedizione come
guida. Lewis and Clark lo aggregarono alla spedizione, ma più interessante si
rivelò la sua moglie indiana, perché era del gruppo degli Shoshoni, e seppe parlare
con i Sioux e altre tribù.
Sacagawea
conosceva anche la geografia dei fiumi, specialmente utile alla spedizione, e
indicò i passi per attraversare le Montagne Rocciose, sia all’andata che al
ritorno, sotto la neve.
Gordon
S. Wood, The writingest Explorers,
“The New York Review of Books”, 8 giugno 2023
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