Cronache dell’altro mondo – diplomatiche (235)
“Luigi R. Einaudi, nipote del presidente
Luigi, ha lavorato nel Dipartimento di Stato americano con leader democratici e
repubblicani. Tre cose, dice, mancano all’approccio internazionale degli Stati
Uniti: «Capacità di stare a sentire gli altri, rispetto della sovranità, capire
che la democrazia si costruisce dentro i paesi ma anche tra di loro»”. Intervista
con Viviana Mazza, su “La Lettura”.
Luigi R. è figlio di Mario Einaudi, che
nel 1936 scese di andare a insegnare in un’università inglese. La famiglia
emigrata in America nel dopoguerra, il giovane Luigi scelse di fare il servizio
militare negli Stati Uniti, divenendone automaticamente cittadino. Luigi sta
per il nonno Einaudi, R. per Roberto, il nonno materno, Roberto Michels, il sociologo
tedesco-italiano infatuato invece del fascismo.
“Ci siamo tirati indietro dalla ratifica
di trattati internazionali”, dice ancora l’ex diplomatico Einaudi. E: “Diciamo
di volere un ordine basato sullo stato di diritto, ma vogliamo un sistema con
regole nostre anziché negoziate con gli altri. Crediamo in noi stessi e nella
nostra forza e dimentichiamo quella altrui”.
“In America c’è una tradizione di
violenza preventiva”, dice ancora.
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