sabato 3 giugno 2023

Giallo cinese

Un polpettone. Più del genere esotico che giallo – del giallo inglese, whodunit: c’è un delitto e chi lo ha commesso (dovrebbe essere una spy stoty, ma non è nemmeno questo). Poirot stesso ci va di mezzo, pasticcione più che cervellotico-brillante.
Il terzo romanzo di Poirot, “L’assassinio di Roger Ackroyd” aveva avuto successo, 1926, le sollecitazioni erano pressanti per un seguito, A.Christie soffriva la grande delusione della sua vita, abbandonata dall’amato marito Archibald, se la cavò mettendo assieme una serie di racconti già pubblicati, dodici nell’edizione inglese, undici in quella americana, legandoli col filo di un caposetta-capomafia orientale, un “mandarino cinese” non meglio identificato - che manovra Stalin e Trotckij insieme… - con soci disparati, e poco conclusivi. Tra i personaggi un milionario americano e una scienziata francese, con un’organizzazione Pace nel Mondo, un dottore, un attore di teatro, caratterista, un maestro di scacchi russo esule.
Dopo la messinscena della sua propria morte, Poirot redivivo spiega a amici e conoscenti che lui è suo fratello gemello, Achille invece di Hercule…. Si parte con Poirot stanco della vita a Londra, attratto dal Brasile, dove ha un’offerta di lavoro…Implausibile, la storia si conclude con alcune forzature.
Per il film che se ne è dovuto trarre gli sceneggiatori, disperati, sono ricorsi alla morte di Poirot subito in un attentato. Naturalmente falsa, ma con tanto di funerale, e di disperazione del capitano Hastings, dell’ispettore Japp e di miss Lemon – impassibile il maggiordomo. Ma, a parte questo colpo di scena, neanche il film è riuscito a ridare senso alla storia.
Una esumazione dalla serie “Gialli” resa più leggibile dalla vecchia introduzione di Laura Grimaldi  che si ripropone. Un piccolo denso saggio su Christie e Poe, e Conan Doyle. E sul mondo nel 1926 – non dissimile da oggi…. Con apprezzamenti misurati: “intrigo vasto, spettacolare” e senza il “come andrà a finire . “Al tifo si mescola l’ansia”, conclude Grimaldi. Volendo bene, tutto sommato, al misogino Poirot, che Christie non cessa di maltrattare, fino all’ultima frase: “Prendere moglie… mettere su casa… chissà…”
Agatha Christie, Poirot e i quattro, Oscar, pp. 208 € 12

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