Giallo cinese
Un
polpettone. Più del genere esotico che giallo – del giallo inglese, whodunit: c’è un delitto e chi lo ha
commesso (dovrebbe essere una spy stoty,
ma non è nemmeno questo). Poirot stesso ci va di mezzo, pasticcione più che cervellotico-brillante.
Il
terzo romanzo di Poirot, “L’assassinio di Roger Ackroyd” aveva avuto successo, 1926,
le sollecitazioni erano pressanti per un seguito, A.Christie soffriva la grande
delusione della sua vita, abbandonata dall’amato marito Archibald, se la cavò
mettendo assieme una serie di racconti già pubblicati, dodici nell’edizione inglese,
undici in quella americana, legandoli col filo di un caposetta-capomafia orientale,
un “mandarino cinese” non meglio identificato - che manovra Stalin e Trotckij
insieme… - con soci disparati, e poco conclusivi. Tra i personaggi un milionario
americano e una scienziata francese, con un’organizzazione Pace nel Mondo, un
dottore, un attore di teatro, caratterista, un maestro di scacchi russo esule.
Dopo
la messinscena della sua propria morte, Poirot redivivo spiega a amici e conoscenti
che lui è suo fratello gemello, Achille invece di Hercule…. Si parte con Poirot
stanco della vita a Londra, attratto dal Brasile, dove ha un’offerta di lavoro…Implausibile,
la storia si conclude con alcune forzature.
Per
il film che se ne è dovuto trarre gli sceneggiatori, disperati, sono ricorsi alla
morte di Poirot subito in un attentato. Naturalmente falsa, ma con tanto di
funerale, e di disperazione del capitano Hastings, dell’ispettore Japp e di
miss Lemon – impassibile il maggiordomo. Ma, a parte questo colpo di scena, neanche
il film è riuscito a ridare senso alla storia.
Una
esumazione dalla serie “Gialli” resa più leggibile dalla vecchia introduzione di
Laura Grimaldi che si ripropone. Un piccolo
denso saggio su Christie e Poe, e Conan Doyle. E sul mondo nel 1926 – non dissimile
da oggi…. Con apprezzamenti misurati: “intrigo vasto, spettacolare” e senza il “come
andrà a finire . “Al tifo si mescola l’ansia”, conclude Grimaldi. Volendo bene,
tutto sommato, al misogino Poirot, che Christie non cessa di maltrattare, fino
all’ultima frase: “Prendere moglie… mettere su casa… chissà…”
Agatha
Christie, Poirot e i quattro, Oscar,
pp. 208 € 12
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