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Giallo filosofico
L’ateista di Brooklyn sghignazza
freddo sulla fifosofia – e sulla stupidità. Joaquin Phoenix con un po’ di
pancetta è un professore di filosofia conteso dalle università, e dalle donne
dei campus, dirigenti, mogli, studentesse. Ma, non sa perché, è un po’ depresso
e un po’ attaccato alla fiaschetta del whisky, e disprezza la filosofia che
insegna. Al primo giorno le “stronzate” morali di Kant, del “pricnipio di
veridicità” - bisogna sempre dire la verità, a qualsiasi costo: “Arriva la
Gestapo, toc toc, scusi signore, che ha visto Anna Frank e la sua famiglia? Sì,
sono in soffitta”. Al secondo le angosce di Kierkegaard. E per questo è adorato
dagli studenti. Dalle studentesse, e da qualche moglie di professore al campus.
Tutto normale, tutto
scontato, da sit-comedy da università Americana. Finché il professore non ritrova
energia e voglia di vivere quando decide di eliminare “un parassita” - un
giudice che potrebbe fare del male a una donna di cui ha infraudito l’allarme
al caffè. Un uomo nemmeno corrotto, o cattivo, solo
ordinario, prevedibile, tanto che ucciderlo è perfino semplice.
Un giallo
filosofico. Con un finale brusco, che però lo rende incogruente: muore uno dei
due natrratori della storia – e quindi come fa a raccontarla? W.Allen regista,
sceneggiatore e produttore, ne ha probabilmente ne ha abbastanza di queste
altre “stronzate” filosofiche, se si può fare il male a fin di bene, etc.
Un film svelto,
da pezzo teatrale – solo dialogato. Un ultimo guizzo del Woody Allen serio,
anche se nichilista. Che fa i conti con la filosofia anche nella sua parte più
anarchica, dell’“atto gratuito”, del “delitto perfetto”, della “liberazione”.
W. Allen è un comico
riflessivo, molto, sul linguaggio e sull’esistenza. Il suo primissimo
amtrimonio, prima del riconoscimento e del successo, fu con una
studentessa-studiosa di filosofia. Qui si muove sulla traccia tentata negli
ultimi anni 1970, con “Annie Hall”, “Interiors”, “Manhattan”, seria anche se
non filosofica. Ripresa nel 1997 con “Harry a pezzi”.
Un film del 2015, di prima
del #metoo, che poi ha ostracizzato Woody Allen, ma considerato all’uscita atipico
e passato sotto silenzio, che invece si mantiene vivo. Di situazioni e dialoghi
da gag, anche se non divertenti.
Woody Allen, Innatural Man, Sky Cinema
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