Il miracolo Benjamin
Non
c’è una vita di Benjamin semplice, leggibile, in italiano, a parte il volumone
di Eiland e Jennings (“Walter Benjamin. Una biografia critica”), che però
seguono lo scrittore (filosofo? narratore? intellettuale?) nelle sue opere – le
situano, le spiegano con i fatti della vita. Questa della serie tascabile di
vite dell’editrice Rowohlt, la Mondadori di Germania, altrettanto lunga o poco
meno (la serie è stampata a corpo 8, e interlinea uno, con pagine praticamente
doppie rispetto alle edizioni “da banco”), è scritta in lingua semplice e
scorrevole, ed è corredata da foto che anch’esse dicono molto in poco spazio.
Witte
segue Benjamin in tutti gli aspetti. Degli affetti, familiari, poi personali.
Del percorso politico, confuso. Della vita sempre agitata, anche prima di
entrare tra i perseguitati politici (e razziali), per un’inquietudine
personale, e poi per l’esilio, sempre difficile, malgrado le tante amicizie,
generose. All’ombra del suicidio – una forma di bipolarismo, per quanto
alternata a una “produttività” prodigiosa? un destino (farla finita, dopo
un’attesa di settimane, poche ore prima dell’arrivo dell’atteso visto per gli
Usa)? Senza naturalmente evitare le opere. Lo straordinario sviluppo degli
interessi e delle riflessioni di Benjamin, nonché della scrittura, sempre
agevole e sempre innovativa, diversa. Nell’arco di meno di cinquant’anni –
quarantotto.
Bernd
Witte, Walter Benjamin, rororo, pp.
160, ill. € 8,99
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