martedì 13 giugno 2023

Il teatro taumaturgico

Antonio Albanese, attore sessantenne, con una figlia trentenne esule volontaria in Canada da quattro anni, un gabbiotto di casa a Ciampino, dove prova a dormire tra un areo al decollo o all’atterraggio, e un treno che passa frastornante, sopravvive col doppiaggio, mimando amplessi per film porno. Dimenticato il debutto promettente, in un “Aspettando Godot”. Messo in scena col suo amico di Accademia, ora Grande Teatrante, con “le mani in pasata” dappertutto.
I giorni passano opachi, finché fra i progetti multiformi dell’amico Grande Teatrante non fiorisce un corso per carcerati, alcune ore per tre mesi: pochi soldi per lui, ma già un passo. Un’altra Cayenna. Che però prende la mano al vecchio attore, risuscita antichi ardori, e proprio con Becket, col Godot, mette su uno spettacolino che richiama mezza Italia. Per i carcerati è solo un sotterfugio, anche se ne moltiplica per mille potenzialità e capacità. Per Antonio una rinascita: la salvezza arriva attraverso il teatro, una trasmutazione.   
Il film di Albanese e Milani è il rifacimento di un fim francese, “Un triomphe”, di Emmanuel Courcol. Che a sua volta è la drammatizzazione di un documentario, “I prigionieri di Beckett”, di Michka Saäl, sul lavoro svolto in carcere da un attore svedese, Jan Jönson. Ma Albanese gli dà più intensità: non è un scherzo, è il teatro taumaturgo.

Riccardo Milani, Grazie, ragazzi, Sky Cinema

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