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La guerra degli inganni – o il Pugaciov per burla
Una mattina al caffè in piazza, all’ombra,
nella città occupata, Rostov sul Don, caposaldo dell’esercito russo impegnato
in Ucraina, col capo dell’esercito russo sul fronte ucraino, in teoria
disarmato, e con il vice-ministro russo della Difesa: “Sappiamo di un tè a
Kiev”, “Beh, bisogna pur parlare col nemico in guerra”. Poi l’avanzata su
Mosca, pochi ma creduti fotogrammi. Poi il trionfo di popolo a Rostov, altri
pochi ma ben fatti fotogrammi. A seguire all’annuncio, improvviso, della ritirata.
Che però non avviene a Rostov sul Don, e nemmeno nel Donetsk occupato,
asseritamente con gravi sacrifici, ma in Bielorussia. Che non è all’angolo, ma
a 1.500 km. da Rostov: una fuga istantanea e sicura, con dieci o quindici o
venticinquemila uomini affardellati, passando per l’Ucraina compiacente - non abbiamo instagram in proposito? E la
Cia che vuol far sapere che sapeva tutto, su Prigozhin-Pugaciov, da almeno
quattro giorni? Sa pure degli attentati a Belgorod?
Sembra una commedia degli
equivoci, e tutto sommato, fino ad oggi, lo è. Ma all’improvviso al ministero
italiano degli Esteri, e probabilmente a quelli di tutta Europa, ha fatto venire
un brivido: che guerra stiamo combattendo, in che guerra siamo precipitati?
Prigozhin voleva indebolire
Putin? C’è riuscito. Resta da sapere per conto di chi. Se dello stesso Putin, come
avrebbe dovuto, oppure di Biden. Perché non è chiaro, per quanto assurdo possa
sembrare, se è sanzionato. Se lo è effettivamente, nei conti protetti. Dopotutto
è un affarista, come tutti i boiardi russi
- tanto più per essere a capo di un esercito di mercenari. Non un patriota,
tanto meno un rivoluzionario. Se è sanzionato nei conti correnti alle Cayman,
e nei titoli Usa. E come, o chi per lui, paga i 25 mila del suo esercito
privato.
Prigozhin è sicuramente un
prodotto dell’eccentricità russa – dei Pugaciov e dei Limonov di tanta
letteratura. Fino a qui la lettura diplomatica che se ne fa è sicura. Ma si sa
anche che Prigozhin non è solo colore. E che Biden non è un presidente pacifista –
è quello che ha legato gli Stati Uniti all’Ucraina, nella lunga vice-presidenza
di Obama. Non è necessario avere letto Machiavelli per sapere che i cuordileone mercenari si muovono sulla scia dei soldi. Le aspettative sono che non ne abbiamo ancora visto abbastanza.
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