Ombre - 673
Si lamentano le sue profferte avanzate dagli sceicchi,
dell’Arabia Saudita e della Gran Bretagna o della Francia, per allenatori e calciatori.
100 milioni ad Allegri in tre anni. Sessanta a Mbappé, in un anno. 150 chiesti per
Osimhen, 100 per Harry Kane. Un circo, un colosso per faraonici regimi
patrimoniali – dove lo Stato è proprietà privata, di famiglie tribali. Un calcio
fatto di “molti viaggi, poco riposo e settanta partite l’anno”, nel conto di
Simone Golia sul “Corriere della sera”. Per partite di 100 minuti invece di 90.
Per far pagare di più le tv. Non può essere sport, un’attività di resistenza e
abilità fisica.
La cosa più significativa della manifestazione della
Cgil per la sanità a Roma era ieri il numero sparuto dei partecipanti – quasi
meno delle bandiere, c’era chi ne aveva due. La Cgil ha certo la possibilità di
portare in piazza molte più persone, ma non lo fa. Si fanno manifestazioni al
risparmio giusto per avere l’immagine del segretario sui media, attorniato da
microfoni. La mobilitazione attraverso la televisione?
Matteo Di Pietro, indagato a Roma per la morte di un
bambino in un incidente stradale da lui provocato, di età incerta, 20nne o 21nne,
comunque abbastanza per noleggiare un suv Lamborghini da centinaia di cavalli col
quale ha provocato l’incidente, ha diritto alla privacy nella foto.
No, è che non ci sono più delinquenti, se non sono politici,
oppure mafiosi. E le aggravanti, “fumo”, alcol, etc, sono attenuanti.
Berlusconi è morto il 12 giugno. Le corrispondenze di
“la Repubblica” e i suoi settimanali, di Aspesi, Serra, Francesco Merlo, sono a
tutt’oggi piene di lettere livorose – evidentemente la gran parte della
corrispondenza del gruppo editoriale.
Berlusconi è anche odiato, come tutti. Ma tutti scrivono a “la Repubblica”?
“Perché papa Francesco è così restio ad incontrare i
cattolici perseguitati nel mondo”, o anche solo “a parlarne?”, si chiede il
vaticanista Di Giacomo. Già. Perché? A un papa cui non sfugge la minima
violenza da deprecare nel resto del vasto mondo.
Colpisce naturalmente l’arresto di Minenna. Ma nessun giornale
pubblica la nota difensiva, pur breve. Che a Marcello Minenna “viene contestato
un solo episodio nel marzo 2020: essersi adoperato in favore di un imprenditore
vicino alla Lega per sbloccare una sua fornitura di mascherine ferma alla
dogana di Milano in cambio di una entratura nel partito. L’indagato si
difenderà nelle sedi proprie”. Molte interpretazioni, invece, e deduzioni. Dei
procuratori come del gip, per la verità – i gip vogliono anch’essi andare in
prima, fanno il lavoro sporco per l’onore dei Procuratori.
Sono indignati i cronisti giudiziari per la condanna di
Davigo, loro fertile fonte – e naturalmente contro Nordio che vuole le
intercettazioni legali. Trema un impero informativo: la politica fatta dai
cronisti giudiziari, l’ultimo gradino, un tempo, nell’ordinamento dei giornali.
Ora ci sono solo loro, e le cronache rosa – anche di semplici figuranti. La
politica estera, con le guerre, l’Economia, la politica, l’informazione?
L’inviato del “Corriere della sera” a Bruxelles, al maxi-processo
senza processo per corruzione, apre la corrispondenza sulla “caduta del «duro»
Claise” con una frase di 31 righe, con tre, quattro, e e forse cinque, incisi.
Nessuno li legge? Legge gli articoli che vanno in pagina? Chi fa i titoli come
si regola?
Tutti italiani, compre i deputati “belgi” Tarabella e
Maria Arena, e in fondo la stessa vice-presidente greca del Parlamento,
inguaiata dal compagno italiano, gli indagati per corruzione a Bruxelles. Sono
corrotti solo gli italiani al Parlamento europeo? Tutti della sinistra,
democratico-socialista.
Si cerca dove non si può trovare la bambina peruviana
rapita a Firenze. Negli interstizi dei muri, nelle casse dismesse. Non dove la
bambina è – era al momento del rapimento: in una tribù di “rumeni”, per non
dire rom. Per fare i politicamente corretti, oltre che per dare ai Carabinieri
in camice bianco qualche giorno di lustro in tv?
Procura e Carabinieri sono impegnati a Firenze a
condannare Berlusconi per le stragi di mafia del 1993. Ne hanno la certezza,
anche qui, ma non trovano le prove.
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