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Scoprirsi all’Elba
Una
coppia divorziata suole trascorrere insieme una vacanza d’estate con i figli –
il padre si unisce alla madre, con la quale i figli vivono. Il padre sempre
attaccato al lavoro, “devo andare in Irlanda”, e a flirt sfuggenti, i figli muti
al cellulare, la madre, farmacista, sola e inaccudita.
La
vacanza è quest’anno all’isola d’Elba. Il film è parte di una serie televisiva
vecchi ormai di una dozzina d’anni e trentacinque titoli. Una serie tedesca, ma
questa famiglia potrebbe anche essere italiana. L’Elba è vista in cartolina, con
tagli di mare naturalmente, Napoleone, qualche piazza, qualche viuzza, le
550-taxi. Ma, di più, è di montagna, anche se l’isola non arriverà ai mille
metri di altitudine: vedute boscose o pietrose, con un camping-rifugio al
centro, e il focus spostato sul bird-watching.
Un
cast ridotto, una trama semplice, una serie collaudata, senza sorprese, un film
amabilissimo. Raccontare la quotidianeità è difficile, lo spettatore non ha
voglia di ananke, di figli muti e
mariti assenti, e invece il filo della trama e i tempi la rendono attraente. Non
problematica come sarebbe all’italiana, semplice: le coppie si dissolvono, la
vita trascorre, i figli pensano a se stesi, quando pensano, la madre sola all’Elba
scopre se stessa, si riscopre.
Non
capita spesso di vedere dei film tedeschi. Molto piacevoli anche i personaggi italianissimi
affidati a attori tedeschi.
Jophi
Ries, Un’estate all’isola d’Elba,
Rai 2, Raiplay
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