Viaggiare fa male
“Qual
è la frase più non-informativa che la gente usa dire? La mia scelta sarebbe
«mi
piace viaggiare»”. Un repertorio di un paio di citazioni importanti e vasti
“movimenti di pensiero” contro la dromomania, l’impulso a viaggiare. Un po’
socntati per quanto riguarda il turismo – che peraltro rimane insalfito: si fa
turismo per passatempo, non per imparare, e se si fa in una città d’arte perché
no, non si offende nulla e nessuno. Che è il difetto di questo genere di
argomentazioni, che se non sono brillanti sono fastidiose. Callard, filosofa
peripatetica, che di sé essa stessa dice essere stata diagnosticata autisitca
dopo i trent’anni (un po’ di autismo è adesso il segno del genio), figlia di
ebrei ungheresi molti intellettuali e irrequieti, con un passaggio a Roma nel
1982-1983, prima del visto per gli Usa, se la cava. Un po’ fa anche
dell’ironia sull’anti-viaggio. Di Roma
ricorda che a scuola fu sorpresa dalla madre a spiegare “il cerchio” agli altri
bambini in uugherese, e che nel palazzo i genitori erano malvisti, in quanto
“sporchi e chiassosi”.
E
dunque: “Viaggiare restringe la mente”, G.K.Chesteston
“Viaggiare
e il paradiso di un pazzo”, Ralh Waldo Emerson.
“Socrate
e Immanuel Kant, probabilmente i due più grandi filosofi di tutti i tempi,
votarono con i piedi, lasciando raramente l’alloggio domestico di Atene e
Koenigsberg”.
Peggio
ha fatto e detto Pessoa, nel “Libro dell’Inquietudine”: “Aborro modi di vita e
luoghi non familiari… L’idea di viaggiare mi nausea… Ah, lasciate viaggiare
quelli che non esistono!...”, etc.
Definitivo
Samuel Johnson: “Quello che ho guadagnato viaggiando in Francia è stato
imparare a essere più soddisfatto del mio paese”. Emerson, come Boswell, provò
a viaggiare anche a lungo, ma senza soddisfazione. Di Roma scrive: “Cerco il
Vaticano, e i palazzi. Mostro di essere inebriato da vedute e sugestioni, ma
non sono ebbro”.
Alla
fine un’arringa a somma zero – dopo la prima sorpresa, Chesterston, Pessoa, Emerson,
il dr. Johnson, Socrate e Kant. Callard si ripete (è costretta a ripetersi?),
senza convincere. Ma divertente.
Agnes
Callard, The Case against Travel,
“The New Yorker”, 24 giugno 2023, free online
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