domenica 4 giugno 2023

Viene prima Palazzeschi o prima Gadda

Palazzeschi, inurbato a Roma a 65 anni, come un qualsiasi fuorisede, riprende a scrivere d’impeto, e tra le tante narrazioni lunghe raccoglie nel 1967 (a 82 anni, donde il burlesco titolo) queste divagazioni. Elzeviri di giornale, sul virtuosismo del ragazzo del bar per scale, ascensori, uffici e perfino abitazioni col vassoietto in mano, sulla bellezza, sul duro mestiere del commerciante onesto (con l’acculattata del fallito nella Loggia del Porcellino a Firenze), lo spogliarello, vocabolo grazioso, di provincialismo autentico  (il primo lo fece un uomo, san Francesco: si spogliava sempre), la “borsetta” delle donne, le serenate, genere veneziano, non napoletano, le città del silenzio, assordante, il bebé ingrugnito e avido, i teddy boys. Prose sul niente.
Scrivere di niente e farsi leggere come arte, e non maleficio. Un curioso dilemma presentando, queste brevi prose presentano senza volerlo: viene prima Palazzeschi o prima Gadda – che di Palazzeschi, coetaneo, aveva saputo a Firenze, autore già affermato, che non frequentava le Giubbe Rosse, il caffè del “decennio fiorentino”, perché non ne aveva bisogno? In quanto prose umorali, non architettate, rimasticate, affinate, prose come modi di dire, e di essere. Come sguardo da spettatore teatrale, sotto e distante dal palco che pure crea, un po’ buffonesco, coinvolto ma non interessato, e portato al lato bizzarro, esagerato, e incolpevole, anche nella tragedia. Ridondante – aulico, finto - ma non faticoso, e anzi gradevole, oltre che, seppure convolutamente, chiaro. Una sorta di miracolo: una prosa che “dice” pur non dicendo nulla.  
Stampato dall’editore Vallecchi come omaggio in duemila copie numerate. Con un profilo di Primo Conti. Trovabile solo online – Palazzeschi non è più in edizione, giusto nel voluminoso Meridiano (riprodotto in Bur).
Aldo Palazzeschi, Ieri, oggi e… non domani, Vallecchi, in rete, pp. 75 pp.vv.

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