Cipputi, o la saggezza dell’impiccato
“Animo
Cipputi “ era la prima raccolta di Altan, nel 1977: “Il compromesso storico in
116 vignette”. Questo volume, il catalogo della mosta organizzata a Bologna dallo
stesso Altan
con la Fondazione Mast, presenta “un racconto
di 50 anni di lavoro in Italia”, con 227 opere, di cui 201 vignette originali e
26 stampe digitali. Di spirito ovvio e insieme “profondo”, durevole: vero.
Le vignette di Altan sono semplici, si sa. Uguali a
se stesse. E sorprendenti, ognuna innovativa – sorprendenti nell’ovvietà. Cipputi
già deluso o in età, bocca rientrata mento sporgente, occhiali, uomo
d’esperienza. E la sua spalla Bersazzi egualmente renfrogné, bocca a luna calante, bazza, e in età, ma censorio, e col
naso a proboscide, da pinocchio saggio. Ma ognuna innovativa, sorprendente per
senso comune. Corredata di vignetta anch’essa semplice, ma fulminante.
Semplice: “Più la Fiat va bene, più ci paga!”, “E più ci paga, più va male”.
Delusa. “Guarda che un sacco di bella gente non va a votare!” “Beati loro”.
Scherzosa: “Dice che per una vita non abbiamo capito niente”, “Siamo stati troppo
spensierati, Bersazzi”.
Altan è come un direttore di giornale che ogni
mattina facesse la ramanzina ai suoi giornalisti
sui fatti del giorno, come se avessero mancato l’essenziale, andando semplice e
diretto al nocciolo delle questioni. Ma senza spirito punitivo o correttivo,
piuttosto rassegnato. La realtà infatti è spiacevole – è fatta per deludere.
Questa rassegna di cinquant’anni sono anche di un fallimento,
politico, sociale, culturale. Di chi pure sa la verità delle cose, ma non conta.
La saggezza, si direbbe, dell’impiccato.
Cosimo Torlo, (a cura di), Animo, Cipputi, LiberArte, p. 148, ill. € 20
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