sabato 22 luglio 2023

L’emigrazione è un’avventura – dei forti

È il terzo volume della serie che che Hervé “Baru” Barulea, figlio di immigrati, maestro riconosciuto del fumetto di scuola franco-belga, dedica agli immigrati italiani in Francia. Una storia “eterna” in Francia da un secolo a questa parte, e sempre violenta, oggi con gli africani come un secolo fa con gli italiani.
Un fumetto “storico”, che Baru ha costruito su una documentazione solida, di eventi e personaggi. In chiave naturalmente di protesta e di riscatto – la serie, di tre volumi, nell’originale reca il titolo “Bella ciao”.
I personaggi sono “veri”. In situazioni “vere” – la siderurgia e le miniere belgo-lorenesi. Con il loro carico di oppressione e di morte, e di un  prolungato isolamento. Nel caso dei suoi nonni, attesta Baru, fu un’insistita richiesta di tornare alle origini nelle Marche, per esservi sepolti. Desiderio che non fu possibile esaudire, neanche questo.
Una storia però non rivendicazionista o asfittica: ci sono le tragedie e c’è la nostalgia, ma c’è anche l’orgoglio dell’integrazione, della patria acquisita, in guerra e oltre. E ci sono ricette, banchetti, feste, canzoni, familiari e di ogni occasione, tra parenti vicini e lontani. Baru, del esto, per quanto legato ai noni paterni  e all’Italia, non sa l’italiano: il padre, figlio di emigrati dalle Marche, aveva sposato una bretone, e la saldatura si è presto fatta.
Il curioso, nota Baru in un’intervista che accompagna la pubblicazione, è che “il prezzo pagato dagli immigrati italiani per mimetizzarsi nella società francese è la negazione della violenza che è stata loro inflitta”. Nell’immigrazione, come negli altri paradigmi della  storia dei popoli, tante ferite si producono, che poi si ricuciono – e l’emigrazione è un ferita dei forti (determinati, caparbi, avventurosi).
Baru, A caro prezzo, Oblomov, p. 136, ll. € 22

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