sabato 29 luglio 2023

È sempre duello Germania-Italia alla Bce

Con l’accesso alla presidenza della Bundesbank di Joachim Nagel, un superortodosso monetario, “il team che scrive i suoi discorsi non si ferma mai”: non passa giorno che non faccia un appello all’ortodossia monetaria, alla lotta all’inflazione. E apparentemente la Banca centrale europea è sulla sua linea: ha già portato in pochi mesi i tassi basse da zero al 3,75 per cento, e quasi certamente salirà al 4.
Insieme con Nagel è diventata monetarista stretta anche l’altra delegata tedesca al consiglio Bce, Isabel Schnabel. Che in una prima fase aveva aiutato a digerire anche in Germania la profonda evoluzione impressa ala Bce dalla doppia presidenza Draghi, 2012-2019. Attenta sempre alle finanze dei paesi membri dell’euro, ma in un’ottica espansiva e non restrittiva o punitiva – fino aik gtassi di riferimento negativi. Un duo di “falchi” che nel consigllo Bce si fa forte al solito del sostegno dei delegati olandese, austriaco, finlandese e dei paesi baltici. Ma, malgrado tutto, la Bce continua a essere ancora quella di Draghi. Alla stretta anti-inflazione con l’aumento dei tassi era quasi obbligata. Ma la presidente Lagarde mantiene il caro-denaro per quanto possibile sempre in un’ottica produttivistica e non monetarista.
“La Bce è sempre stata una sorta di braccio di ferro tra tedeschi e italiani”, “Le Monde” si fa spiegare da Nicolas Goetzman, il responsabile stdi del gestore patrimoniale Financière de la Cité: “Ortodossia da una parte, sostengo all’economia dall’altra - e una sorta di neutralità francese nel mezzo”.
Eric Albert, Les faucons ont repris le pouvoir à la Banque centrale européenne, “Le Monde”, 24 luglio, free online

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