giovedì 6 luglio 2023

Eco minimo

Riproposto con una copertina lieve, si rilegge come una cappa: ancora dieci anni fa divertiva, ora non più. Perso lo smalto, il brio, e più nei “pezzi” famosi, la fenomenologia di Mike Bongiorno (“il valore della mediocrità”), l’elogio di Franti, il cattivo del libro “Cuore”.
Sono parodie, avvertiva Eco all’edizione 1975 (e avverte oggi), ma grevi. Non sono pastiches – “pasticciare” è tutt’altro genere (vi eccelleva Proust, “i pezzi alla maniera di”). E non sono satire. Potrebbe esserla la rilettura dei “Promessi sposi” come fossero l’“Ulisse”, la giornata particolare di Joyce, ma Manzoni non si dileggia, e alla fine non si ride. Sembra anche strano che si ridesse dell’“uomo-massa”, della “cultura di massa” (“Industria e repressione sessuale in una società padana”). Sono critiche, un po’ spiritose, ma non più tanto.
La scelta che “creò” Eco, della rubrica mordace che teneva sul “Verri”, la rivista dell’innovazione letteraria, insieme con “Opera aperta” (e dopo “Filosofi in libertà”, l’esordio goliardico). dissacratore, acuto, divertente, ora è muta. I punti di vista, gli approcci, le inversioni, le gag sono sempre di grande inventiva: i Borboni patriottici e Mazzini austriacante, il lavorio del papa (Paolo VI?) per la riabilitazione di Satana, la Chiesa (in Italia) laica e mondana mentre l’Industria è ascetica…. “Diario minimo” era ben una rubrica satirica. Ma non si prestano a “trattazioni”, a spiegazioni. Nelle quali invece Eco si perde, da candidato semiologo – da filologo fa la parodia della filologia.
Resiste il goliardico “Do your movie yourself”, fatevi il vostro film, con i quadri in serie suggeriti a registi vari, Antonioni, Olmi, Visconti, Godùard, etc., sempre in carattere con la cifra del maestro. E qualche pezzo serio. “Dove andremo a finire?” soprattutto, scritto nel 1963 per la seconda edizione della raccolta. che accendeva la luce sull’opacità dell’informazione, dell’opinione pubblica. Già sessant’anni fa, dunque, ben prima dei social da macello – ma dell’opinione pubblica Eco è stato sempre lettore acuto e fine, da bravo semiologo, da ultimo nell’ultimo romanzo ,“Numero Zero”.
Umbert
o Eco, Diario minimo, La Nave di Teseo, pp. 192 € 14

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