Il Novecento liberato, nel marmo
“Avventure artistiche tra le due guerre” è il sottotitolo
anodino della mostra – “cda Sironi a Carrà, da Martini a Melotti” il blurb promozionale. Una grande mostra,
che si giustifica col fatto che Carrara nel “secolo breve” del Novecento ebbe
un lungo periodo di vitaltà artistica, per botteghe locali e per artisti in
visita. Una mostra che in realtà libera artisti e opera occultate, come usa
ancora per gran parte del Novecento, dalla falsa dialettica fascismo-antifascismo.
Ci sono Lorenzo Viani e Soffici, ma ci sono anche, con l’astrattismo di Alberto
Viani, il solido Novecentismo dei tanti monumenti, a Carducci come ai Caduti.“Dal Liberty di
Leonardo Bistolfi”, che ebbe a lungo bottega a Carrara ed è un po’ la star della
mostra, “al Novecento di Arturo Msrtini”, spiega il programma del curatore.
Una mostra, a Carrara, finalmemte libera dagli equivoci
politici. Sono anni, quelli tra le due guerre, rivendica il curator Bertozzi (già
curatore del Palazzo Ducale di Massa, dove stabilì una feconda collaborazione
con l’Ermitage di San Pietroburgo, dal 2015 curatore di palazzo Cucchiari, con
molto Canova ma anche con Fattori, Lega e Signorini , e naturalmente molto marmot)
in cui “scaturiscono incontri inconsueti e contaminazioni impreviste, come quando nel Monumento allaVittoria
di Bolzano il disinvolto eclettiamo di Marcello Piacentini resce a far
convivere le forme di Libero Andreotti con quelle di Arturo Dazzi, e quele di Pietro
Canonca con quelle di Artuto Wildt” – un gigante di Wildt campeggia nel
manifesto e in copertina al catalogo.
Massimo Bertozzi (a cura di), Novecento a Carrara, Palazzo Cucchiari, Carrara
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