domenica 16 luglio 2023

La destra gattopardesca

Si può dire della destra italiana, al governo ormai da quasi trent’anni, oggi addirittura senza rivali, che è quella del “Gattopardo”, più che della “sindrome Fini”. Del “Gattopardo” a parti rovesciate. Che invitata dal principe Salina, un inetto che si finge saggio, tutto rosari, buffi e gelati squagliati, si presenta col berretto in mano. E anzi se ne sposa l’erede, bellimbusto senz’arte, per locupletarlo, chiedendo scusa e quasi perdono. Una destra che, pur portata con insistenza dall’elettorato, si batte sempre il petto, “non sum dignus”.
La legittimazione non finisce mai, come nel “Gattopardo”. Di fronte ai Salina di oggi, giornali che recitano il rosario e quindi nessuno più legge.
Il timore reverenziale per i giornali si direbbe buona cosa. Per l’opinione, diciamo, bisogna rispettare le opinioni. Come lo era il rispetto per il principe, vecchio, mille anni o quanti erano di storia. Ma sapendo che che è solo un fatto di garbo, di buona creanza. Invece è un complesso d’inferiorità. Che non è una buona cosa, neanche per la sinistra.
Una destra evidentemente operosa, se viene sempre votata. Ma, poi, sempre complessata. E per quanto convitata con le dovute forme al potere, sempre fuori posto. Sempre a dire scemenze – invece di limitarsi a non mangiare il gelato squagliato, se proprio non può fare a meno di andare al “palazzo”, a dire il rosario eccetera. La legittimazione nn finisce mai, ma per colpa di chi?

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