Le guerre della Francia all’Italia
Si tiene
a Roma una conferenza sul Mediterarneo, a cui partecipano tutti. Eccetto la
Francia. Per nessun motivo specifico. E il pensiero va alla storia. Che vede
l’Italia legata alla Francia in tutto quello che fa i suoi punti deboli, la
cultura burocratico-giuridica (poco si è diversificato, forse solol
l’Antitrust, costruito sull’esempio della Germania Federale), e la Costituzione
modellata per la aprteb politica (palamento e governo) sulla Quarta Repubblica.
E sempre trattata ostilmente dalla Francia.
L’unico torto dell’Italia alla Francia
è la guerra di Mussolini nel1940 – risolta peraltro con l’occupazione benevola
di parte del Sud, molto libera rispetto a Vichy, per esempio nella protezione
degli ebrei. A fronte di ua storia millenaria di invasioni e soprusi. A partire da Carlo Magno, dai Normanni, dagli Angioini
– quelli dei Vespri Siciliani. Con l’invasione di Carlo VIII, con cui la
sifilide dilagò e cominciarono le ruberie di oggetti d’arte e altri tesori, e
le successive “guerre italiane”, di Luigi
XII e altri. Ruberie che Napoleone portò a vertici vertiginosi.
Anche nel Risorgimento si deve
alla Francia la fine della Repubblica Romana e la protezione dello Stato della
Chiesa - sarebbe stata un’altra Italia con Roma subito dentro. L’armistizio di
Villafranca, un voltafaccia di Napoleone III l’11-12 luglio 1859, dopo le vittorie di Palestro e Solferino, a fine maggio e a fine giugno, e il susseguente
trattato di pace di Zurigo del 10 novembre, lasciavano all’Austria il Veneto e le città
lombarde di Mantva e Peschiera, capisaldi del “Quadrilaero”, e Modena, Parma,
Toscana e le Romagne (con Bologna e Ferrara) ai vecchi sovrani – nela prospettiva
di un’Italia confederata presieduta dal papa.
L’unità si farà un anno dopo con
i Mille, cioè con l’Inghilterra. Un’unità seguita da varie guerre economiche da
parte francese, e dalla spinta forzosa verso gli Imperi centrali. Da ultimo, per
farla breve, la guerra pretestuosa voluta dalla Francia contro la Libia nel 2011,
per aprire una ferita nel fianco meridionale dell’Italia: non si dice, ma quella
guerra non aveva e non ha avuto altro effetto. Per non dire della politica sprezzante delle acquisizioni: la Francia può comprare tutto in Italia, banche, assicurazioni, telefoni, moda, cantieri, anche la Fiat, senza pagarla, a scambio azioni, nessuna acquisizione italiana è andata a buon fine - ha fatto eccezione Luxottica con Essilor, ma facendosi francese.
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