lunedì 10 luglio 2023

Libero il cuore nel mondo dell’apartheid

A Città del Capo, 1967, in pieno apartheid – “questo non è un mondo per donne e gente di colore” – una donna bianca e un uomo di colore rendono possibile il primo trapianto, di cuore, evento epocale. Il film mescola una storia vera col clima odierno, in favore di una piena equiparazione, sessuale e razziale. Quindi po’ si contraddice, volendo fare dell’odierno femminismo e antirazzismo in un anno e un posto che invece coltivava il razzismo per legge, l’apartheid, e praticava, come ovunque altrove, la discriminazione sessuale. Ma ne guadagna in vivacità, contraddicendo le attese del subcosncio, del saputo, col miracolo finale: due personaggi giovani, dotati e coraggiosi, contribuiranno alla prima pioneristica operazione al cuore.
Franziska Buch mescola una storia vera col clima odierno in favore della piena equiparazione, di genere e razziale. La storia vera è di una collaboratrice del dottor Barnard, il chirurgo che in Sudafrica, nel 1967, sperimentò e avviò la tecnica dei trapianti di cuore. Una cardiochirurga tedesca, Lisa Scheel, qualificata ma in subordine nella cerchia del cardiologo principe Theodor Kohlfeld, che all’ultimo sgarbo reagisce emigrando in Sud Africa, per lavorare col rivale del tedesco Kohlfeld, l’austriaco Barnard. Una storia d’amore con un giovane africano, e l’opposizione ai divieti e le imposizioni dell’apartheid completano il racconto.
Franziska Buch, Miracolo a Città del Capo, Canale 5, Mediaset Play

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