Malizia senza malizia
Laura
Antonelli senza “Malizia”. Da bellissima, impersonatrice dell’eterno femminino
per il pubblico italiano e di mezzo mondo, negli anni 1970 e anche dopo, grazie
al film “Malizia” di Salvatore Samperi, alla disgrazia: la droga, l’arresto,
l’indigenza, la morte solitaria, in un bilocale di un palazzone di Ladispoli,
ascoltando radio Maria. Ma non una parabola morale, moralistica. È una
carrellata sul mondo dello spettacolo, che è solido, ed effimero – in fondo,
anche Samperi, che pure aveva più solidità, sociale e culturale, di Laura
Antonelli, ha fatto un po’ lo stesso tragitto, con film di seconda e terza categoria, dopo il botto iniziale con “I
pugni in tasca”, consolidato poi dal successo mondiale di “Malizia”, e una
morte solitaria.
Spezzoni
dei film montati con abilità, e testimonianze d’epoca e recenti (soprattutto
quelle di Giannini e di Placido, che
hanno dato spessore al personaggio filmico di Miss Malizia) fanno il docufilm
sempre per qualche aspetto interessante. Contribuiscono anche i rumori di
fondo, il Sessantotto, gli anni 1970 del “vogliamo tutto”. L’esumazione fila
con ritmo e vivacità. Per dare un’idea del personaggio, Luchino Visconti, che
era molto snob, la diceva la donna più bella del mondo – come a dire desiderabile
anche da lui, che era omosessuale. Jean-Paul Belmondo aveva lasciato per lei
Ursula Andress.
Bernard
Bédarida-Nello Correale, Senza Malizia,
Rai 3, Raiplay
Nessun commento:
Posta un commento