lunedì 24 luglio 2023

Secondi pensieri - 519

zeulig


Ateismo
– La mania di Dio secondo Sartre, in una riflessione sul cristianesimo abitudinario della sua famiglia, mezza cattolica e mezza luterana,  nell’atmosfera anticlericale e massonica (teista) della Francia nella sua infanzia. Così in “Le parole”, 67: l’ateismo è un’ossessione, a fronte della placida fede del credente. L’ateo è “un maniaco di Dio che vedeva dappertutto la Sua assenza e che non poteva aprire la bocca senza pronunciare il Suo nome, in breve uno che aveva convinzioni religiose. Il credente non ne aveva: da duemila anni le certezze cristiane avevano avuto il tempo di fare le loro prove, appartenevano a tutti, si chiedeva loro di brillare negli occhi di un prete, nella penombra di una chiesa e di rischiarare le anime, ma nessuno aveva bisogno di riprenderle in proprio, riesaminarle; era il patromonio comune”.
 
Comico
– È il fuori misura – irregolare, inconseguente, anche solo sorprendente (non pensato-pensabile), specie in rapporto alla norma (l’usato, saputo, scontato). Fa parte del sorprendente. Che può essere una visione sorprendente, un animale (allo zoo), un oggetto (anche solo un cappello da donna, un taglio d capelli, un capo d’abbigliamento estroso), un gesto incongruo.
 
Confini
- “Le frontiere esistono eccome”, è frase famosa di Tor Heyerdahl, viaggiatore intrepido, “nei miei viaggi ne ho incontrate molte e stanno tutte nella mente degli uomini”. Che è anche vero, cioè non vuol dire che le frontiere non ci siano fuori della mente degli uomini. Perché sono un dato di fatto, come lo è la diversità (che oggi è un valore, mentre la frontiera è un disvalore: ma dipende). Il “tribalismo” è attivo perfino amministrativamente, a una semplice constatazione, il viaggio in macchina, anche in autostrada, di più sulle statali e le provinciali. Dove il mondo cambia, l’eloquio, il linguaggio, i modi, il paesaggio. Tra Marche e Toscana, Mercatello, per dire, e Sansepolcro, tra Toscana e Lazio, specie tra Grosseto e Viterbo, ma anche scendendo lungo la Cassia o la val d’Orcia, e nel Lazio la parte da Gaeta e Formia fino alla Campania, in defettibilmente campana invece (“napoletana”) benché “vada a Roma”, da un secolo e mezzo ormai. Si aggiornano, si modificano, mutano, un po’ naturalmente si confondono, ma come ogni organismo vivente. La nozione di confine è nell’individualità – ogni corpo sta a sé: stabile e labile. Una prima difesa.
 
Destra-sinistra - È un diverso senso della critica della storia – della Verità? Sartre,  “ossessionato dalla politica di cui fu sempre cattivo maestro (già “ultracomunista” – Merleau-Ponty - si apprestava a rifiutare il Nobel per la letteratura come insegna capitalista e ad accreditarsi padre nobile del ’68), si vede bambino in “Le parole”,  p.67, 1964, “pronto ad ammettere  - se soltanto fossi stato in età di comprenderle – tutte le massime di destra che un vecchio uomo di sinistra (il nonno materno-padre, nd.r.) mi insegnava con le sue condotte: che la Verità e la Favola sono una stessa cosa, che bisogna vivere la passione per sentirla, che l’uomo è un essere di cerimonia. Ero stato convinto che noi eravamo creati per recitare”.
 
Guerra – “Una violenza senza rimorso”, Voltaire (“Nos crime et nos sottises”, cap. primo di “Dieu et les hommes”).
“Perché si è in guerra da sempre, e perché si commette questo crimine senza rimorso?”
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Leggere – Celebrando Alcaraz, il nuovo campìone del tennis, il tennispatito Cazzullo ricorda che non molto tempo fa si sentiva in obbligo di chiarire che non aveva mai letto un libro. “Come Messi, d’altronde”, commenta il giornalista. E come Maradona, perché no, Nordhal, John Charles, Jeppson, lo stesso filosofo Liedholm? Ma “leggere” non è leggere un libro, non solo: è riflettere, capire, interloquire, acquisire strumenti, di attenzione, efficacia, abilità. La funzione lettura s’intende acquisitiva, accumulativa, di arricchimento, qualitativo. La lettura del libro al contrario può essere dissipatrice, di tempo e attenzione, distratta, o di autore modesto, diminutivo.
 
Metamorfosi – È la forma dell’evoluzione. E sarebbe denominazione preferibile - evoluzione è termine controvertibile, implicando un passaggio dal meno al più, analogo al progresso. Anche perché gli ingredienti, se non la forma e la funzione, sono gli stessi del passaggio precedente. Implica inoltre la sorpresa, la scoperta cioè e l’innovazione, due funzioni sempre sottintese nel cambiamento.
 
Si vive del resto, e si pensa, per connessioni. È il tratto, filosofico e grafico, teorizzato da Luigi Serafini, ma, si direbbe, di ogni artista, pittore, scultore, architetto, anche poeta, e naturalmente, soprattutto, narratore: combinatore di elementi, in termini matematici, un “trasformatore” di elementi dati - noti, conosciuti, usati.
 
Profezia – È pedagogica – Ernst Jünger, “La forbice”, 34: “Non si può cambiare nulla di ciò che è accaduto, al contrario si può mutare il futuro. Il compito del profeta dunque non è soltanto mantico, ma è allo stesso tempo pedagogico” – “l’oracolo rimane ambiguo”.  
 
Scrivere – “Scrivere per se stessi”, è questo che vuole dire scrivere per tutti, decide Sartre dopo lunga ponderazione in “Le parole”, l’autobiografia infantile. Rafforzandosi nella convinzione con la singolare nota, unica in tutto il libro: “Siate compiacenti con voi stessi, gli altri compiacenti vi ameranno; fate a pezzi il vostro vicino, gli altri vicini rideranno; ma se voi colpite la vostra anima, tutti glialtri grideranno”. Con la ripresa, nel testo, continuando a rifletterci, che “scrivere” è impossibile,  o supererogatorio – scrivere nel senso di creare: “A parte alcuni vegliardi che intingono la penna nell’acqua di Colonia e di mini-dandies che scrivono come macellai, i capaci a tutto non esistono. È l’effetto della natura del Verbo: si parla nella propria lingua, si scrive in una lingua straniera. Ne conclusi che siamo tutti simili nel nostro mestiere: tutti ai lavori forzati, tutti tatuati”. Concludendo poi con Chateaubriand, epitome in Francia dello “scrittore”, del cultore della scrittura: “So benissimo che non sono che una macchina per fare libri”. Ma “fare libri” non è un lavoro (occupazione, professione, mestiere) come un altro? Forse più pulito, e comodo – e stimato.  Anche se a rischio scoliosi, e\o cervicale.  
 
Storia - Non si dà senza la creazione, un inizio. Altrimenti è un non-evento, un tran-tran.
L’inizio (creazione) implica anche il progesso.
 
Stupidità - È svanita, dal vocabolario e dall’anamnesi. Sostituita ti clinicamente da una terminologia varia e complessa, per vari disturbi, della conoscenza (apprendimento) e della condotta. A fini terapeutici. Mntre è un modo di essere – superficiale, vacuo, bastiancontrario anche, d’impuntatura. Per lo più “economicamente” in perdita, per gli altri e per sé.
 
SuperIo – È una costruzione à rebours, a ritroso, a rovescio. Tutta la psicoanalisi lo è, a fini terapeutici – e probabilmente tutta la psicologia. Non una scienza ma un’arte. Anche se curiosa: è una costruzione della verità (virtù?), con la pretesa della verità, più o meno assoluta – assoluta, cioè anche irriferita alla cosa in sé, per dichiararsi (riconoscersi) catartica. È uno strumento terapeutico.    

zeulig@antiit.eu

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