I primi dinosauri scampati all’estinzione
Il
professor Challenger, lo Sherlock Holmes della fantascienza, parte per quella
che sarà la prima di una serie di avventure. E la più ristampata degli “altri”
Conan Doyle, di fantascienza, di storia, di spiritismo. Sull’altipiano della
Gran Sabana, in Venezuela, dove troverà dinosauri e altre specie animali
scampate all’estinzione. Opera
del 1912. Conan Doyle vi fece tesoro delle conferenze di Percy Harrison
Fawcett, un esploratore amazzonico molto celebre - poi scomparso, insieme col
figlio e un amico del figlio nella Foresta amazzonica, un caso che fece molto
scalpore.
Un
romanzo che avvia, si può dire, il filone poi sviluppatissimo della fantascienza.
Che subito incuriosì – fu addirittura tradotto dopo pochi mesi dalla “Domenica
del corriere”, che lo pubblicò a puntate, di richiamo per i lettori. Il ruolo
di testimone-narratore, il dr. Watson della nuova serie, è il giornalista
Edward Malone.
Conan
Doyle si attiene alla lezione di Darwin, che incontrando delle specie non
evolute le classificò con un ossimoro, “fossili viventi”. In questo senso,
spiegava altrove il compianto etologo entomologo Giorgio Celli, fa un errore. Ma
non giunse all’estremo cui giungerà Wells, che ipotizza la “cavorite”, un
minerale anti-gravità, sollecitando le risate di molti – a quest’ora la
cavorite sarebbe stata ben lontana dalla terra, in fuga per i cieli.
Un
romanzo di curiosità, senza suspense:
è lo stesso professor Challenger che racconta la sua avventurosa spedizione,
intervistato da Malone. Che si segnala piuttosto, oltre che per la narratività,
che perdura benché ormai il mondo dei dinosauri sia passato attraverso
innumerevoli racconti e film, per la “scientificità”. Anche in altre questioni
Doyle sbaglia, ma pure ci azzecca. A dei pitecoidi antropomorfi attribuisce un linguaggio
verbale, mentre già si sapeva che la verbalità è un fatto tardivo dell’evoluzione
– si dubita che gli umani del Neanderthal parlassero. Invece è possibile che lo
pterodattilo gigante, che pure avrebbe fatto meglio a chiamare pterosauro, il
mostro alato a cui fa sorvolare minaccioso l’altopiano, pur essendo un rettile senza
denti e un mangiatore di pesci, è stato ritrovato cinquant’anni dopo il romanzo
in Texas da una spezione paleontologica, in sedimenti non marini.
Il
racconto della spedizione è disponibile in varie edizioni, anche illustrate per
ragazzi. Questa ripropone la traduzione della vecchia edizione Theoria, a cura
di Fausta Antonucci. Ma senza il commento di Celli che la introduceva, che è un
racconto a parte, delle “bevute” della scienza propriamente detta.
Arthur
Conan Doyle, Il mondo perduto,
Fanucci, pp. 288 € 7
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