mercoledì 23 agosto 2023

Letture - 529

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Accabadora - Il personaggio del racconto di Michela Murgia, soprattutto le sue funzioni, sono raccontate da Camus nel suo viaggio in Brasile – come gliele ha raccontate un Machado, interlocutore non altrimenti identificato: è “l’aiuto moribondo”, in uso nello stato di Minas Gerais. “In certo casi, quando l’agonia dura troppo”, così Camus sintetizza la comunicazione, “si convocano questi signori, che sono patentati. Arrivano, vestiti da funzionari, salutano, si levano i guanti e vanno a trovare il moribondo. Gli chiedono di dire “Maria-Gesù” senza interruzione, gli mettono un ginocchio sullo stomaco e le mani sulla bocca, e spingono con impegno finché l’agonizzante non ha fatto il salto”.

Nicola Chiaromonte – Camus lo incontra nel 1946 a New York come fosse un amico di vecchia data. Chiaromonte, in fuga nel 1941 dalla Francia occupata, era passato da Marsiglia a Algeri, dove aveva incontrato Camus. A New York, finita la guerra  lo aveva letto e apprezzato. Due giorni dopo l’arrivo di Camus a New York per una serie di conferenze, Chiaromonte lo va a trovare in albergo, con “Rubé”. – con i quali poi Camus prolungherà la conversazione in un ristorante francese. “Chiaromonte parla dell’America come nessun altro, a mio parere”. In particolare sui “Funeral Homes”: Chiaromonte gliene spiega in dettaglio il funzionamento.

Per “Rubé” Camus intendeva l’autore del romanzo, Giuseppe Antonio Borgese, anche lui da tempo residente negli Stati Uniti.

Fantascienza – “La fantascienza è l’iperrealismo della scienza”, Giorgio Celli, intr. A. Conan Doyle, “Il mondo perduto”, “e sono d’accordo con Carl Sagan quando grida allo scandalo pensando alla cavorite di W ells, un minerale anti-gravità. «Com’è possibile» si domanda l’astrofisico «che un un filone di cavorite possa trovarsi sulla Terra? Non dovrebbe prendere il volo e sparire negli spazi cosmici?». In questo «com’è possibile» di Sagan è racchiuso tutto il gioco concettuale che esige ogni opera di fantascienza, e che consiste nella verifica del suo coefficiente di verosimiglianza scientifica”.

Faust “Un ciarlatano, un millantatore, un giocoliere”, Quirino Principe su “Robinson” sabato. Ma Goethe lo fa kantiano: “Tutta l’impalcatura teoretica del Faust è fornita da Kant. C’è la kantiana tragedia della ragione. Il tormento dell’intelletto per cui, nonostante tesi e antitesi si contraddicano a vicenda, sono perfettamente dimostrabili”.

Lucien Febvre – Lo storico dell’incroyance, co-fondatorre delle “Annales”, con Marc Bloch, appare a Camus, a Rio de Janeiro nel 1949 per una serie di conferenze, “un vegliardo, piuttosto taciturno”. Perché a Rio? Durante la guerra aveva lavorato per far uscire le “Annales” anche sotto l’occupazione, contro il parere di Marc Bloch, con uno pseudonimo, ma col sostegno del ministro collaborazionista Abel Bonnard.

Giuramento fascista – Giuseppe Antonio Borgese fu l’unico, fra io 13 o 14 non firmatari del giuramento fascista e quindi perdenti cattedra, a perdere anche i contributi per la pensione di anzianità. Passato per un anno a insegnare in America nel 1931-21, aveva prolungato il comando di un anno, e poi ancora di un anno – la sua cattedra di Letteratura Tedesca alla  Statale di Milano era affidata al suo conterraneo Vincenzo Errante. Finchè nel 1935 non fu dichiarato dimissionario.

Borgese non rifiutò il giuramento fascista. Aveva però scritto due lettere in proposito a Mussolini, che nello stesso 1935 aveva pubblicato a Parigi, con “Giustizia e Libertà”.

Il calcolo di chi non prestò il giuramento oscilla. Oggi verte su 13 nomi, su 1251 professori ordinari: Ernesto Buonaiuti, Mario Carrara, Gaetano De Sanctis, Giorgio Errera, Giorgio Levi della Vida, Fabio Luzzatto, Piero Martinetti, Bartolo Nigrisoli, Francesco e Edoardo Ruffini, padre e figlio, Lionello Venturi. Ma anche Borgese dovrebbe essere nella lista. E i tanti professori associati.

Italia – “Più l’aereo va veloce e meno la Francia, la Spagna, l’Italia hanno importanza”, Albert Camus negli appiunti di viaggio negli Stati Uniti, nel 1946: “Erano nazioni, eccole province, e domani villaggi del mondo”.

“C’è un sentimento che la letteratura italiana le ha aggiunto alla sua composizione?”, Marco Missiroli chiede a Jhumpa Lahiri nell’intervista-introdzione alla riedizine dei racconti della scrittrice, “L’interprete dei malanni”. “Direi l’aspetto trasversale”, è la risposta: “Nel senso identitario, linguistico e culturale”.

Liebling – “Liebling, del “New Yorker”, uomo charmant”, è uno dei primi incontri che Camus fa a New York, subito dopo la fine della guerra, dove è invitato per delle conferenze – venuto a trovarlo in albergo portato da Nicola Chiaromonte, e da “Rubé”. A.J.Liebling, saggista di cui il “New Yorker” ha pubblicato alcune raccolte, era specialmente stimato per le corrispondenze dall’Europa, prima e dopo la guerra.

Pavese-Primo Levi – “Se vogliamo leggere Primo Levi o Pavese dobbiamo leggere bene Melville, perché Levi e Pavese amavano Moby Dick”, Jhumpa Lahiri, ib.

Primo Levi – Lahiri lo apprezza per “la doppia identità, di scrittore e anche di chimico, l’origine ebraica e l’identità italiana”. Un doppio non scisso o antitetico ma complementare: “La scoperta di Primo Levi per me è stata una rivelazione perché ho iniziato anche a capire figure come quella del Centauro – una figura magica, ibrida, anche mostruosa – e i collegamenti con il mondo antico, la Grecia”. In realtà Lahiri lo apprezza come autore “classico”, che vive la classicità nel presente: “I tasselli si univano. Grazie a Levi riesco a collegare l’universo latino e greco antico che mi circondava da sempre”, ib.

Stupidità – “L’intelligenza ha i suoi limiti, la stupidità è illimitata”, Giuseppe Pontiggia “Il giardino delle esperidi”.

“Tratta” musicale – “Tutto avviene in un ottagono tra Lagos, Londra, Atlanta, Houston, Kingston, Montego Bay e Port of Spain”, Paul Gilroy – la rivoluzione musicale pop: “Le nuove creatività musicali continuano a germogliare lungo le rotte della diaspora africana, dal golfo di Guinea ai Caraibi e al Golfo del Messico.

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