giovedì 10 agosto 2023

Secondi pensieri - 520

zeulig

Accettazione – Fa la “realtà”. A partire da Dio – Dio esiste in quanto è accettato, in concorso. Il possibile diventa reale nel momento in cui è accettato. Per questo sono sostitutive (sostituite) realtà in comparabili: oggi i diritti in confronto alla divinità, perlomeno nella sua formulazione di comandamenti, leggi e doveri - o anche solo alla maternità, che invece è un “fatto”, fisiologico, sia pure sotto un che di “divinità” (arcano). È la realizzazione della potenza (potenziale, possibile).
“L’esistenza è il compimento del possibile” (Christian von Wolf), se e in quanto il possibile viene accettato, è fatto “realtà”.
 
Big Bang – Un’esplosione evoca una fine, non un’origine. Esplosione di una massa in qualche forma preesistente. Non c’è altra raffigurazione di un’esplosione che meccanica. Uno spazio che nasce dall’inesteso, un tempo dall’atemporale?
 
Coscienza – “In realtà al coscienza si può ricondurre a una serie di funzioni cognitive, cerebrali e corporee”, Riccardo Viale, “La Lettura”, 6 agosto. In realtà a una serie non esaustiva, è questo il busillis.
“La coscienza non è un hard problem, cioè un problema irrisolvibile….ma una illusione che nasce dalla sua dimensione e genesi religiosa”, id. Anche fuori della religione – p.es. Platone, p.es. gli stoici. In un’altra dimensione, forse non darwiniana – non darwiniana in senso stretto.
 
Dante – “L’idea che la perfezione debba essere priva di qualità sembra un paradosso. Questo riguarda anche il paradiso,  nel senso che ad esso furono attribuite qualità cui certo l’immaginazione non poteva rinunciare.  Il perfetto non può neppure avere un’immagine contraria che gli corrisponda, nessun rovescio. L’invenzione dell’inferno non dimostra nulla contro Dante, tuttavia attribuisce anche a lui una collocazione: extra muros della città eterna” – “certo, ogni descrizione del paradiso è inferiore alla sua” – E. Jünger, “La Forbice”, § 46.
 
Darwin – “È possibile interpretare anche la sua dottrina ad maiorem Dei gloriam” – E. Jünger, “La forbice”, § 117. Tutto era nel paradiso terrestre, nell’eden – anche “i denti veleniferi”, anche l’inquinamento, in potenza certo: “Pare dunque assurda la razione della chiesa contro Darwin”. E al § 144: “La teoria di Darwin non pone alcun problema teologico”.
 
Diritti – “I diritti dell’uomo, un concetto tuttora ideale e controverso”, E. Jünger (“La forbice”, § 207, ca 1987-1990). E non da un punto di vista reazionario o conservatore : “Una migrazione incontrollata dei popoli potrebbe essere esplosiva”.
 
Durata – In geologia ci sono terreni in cui si conserva “una certa instabilità sismica”: “In maniera simile si comportano, da un punto di vista geostorico, quelle regioni in cui il mito non si è ancora raffreddato”, E. Jünger, “La forbice”, §34: “I terreni migliori sono quelli in cui dominarono popoli che, come i Celti, gli Etruschi e gli Aztechi, sono certamente scomparsi da un punto di vista politico, e tuttavia continuano ad abitare quelle terre”,
Jünger seguita facendo il caso dell’ “Asia Minore prima di Alessandro, e addirittura prima di Erodoto”. E di “Alicarnasso, il Libano con il sangue di Adone, l’antica Persia”.
 
Imperialismo – Quello coloniale è stato popolare da ultimo, nella decadenza, per un nazionalismo di rivalsa. La decadenza è epoca di colpi di coda. Nel suo fulgore è sempre stato iniziativa e interesse di pochi, contro le aspettative e le critiche dei molti, accompagnandosi comunque alla guerra, a forme belliche. Dei pochi per interesse, o per disegno politico, di conoscenza? Per entrambi, la ricerca del mero interesse non ne giustificherebbe i costi.
Inumazione – È soltanto umana. Prossima alla humanitas (humare, humanitas?)
come nome-funzione, come segno distintivo. Come conservazione, fino alla fine dei tempi più che al consumo della carne, delle ossa? Come memoria – segno memoriale. Finché dura la memoria dei viventi.
 
“1984” – “Da tempo abbiamo ormai superato 1984 di Orwell”, E. Jünger, “La forbice”, § 73 (1987-1990 circa): “La tecnica ha raggiunto le dimensioni di un linguaggio mondiale e questo fa sì che la partecipazione sociale dell’individuo assuma in misura crescente un valore statistico”.


Paternità – Era totale dunque nel diritto e la pratica romane. Era totale in linea patrilineare, sui figli maschi. Il potere era temperato invece su moglie e figlie, anche sugli schiavi.

Il potere del ladre sul figlio era temperato a sua volta dal parricidio. Praticamente “libero”, non perseguibile.
Si poteva diventare padri – cioè capifamiglia - anche infanti. Bastava essere maschi.


Psicoanalisi - “I giudizi negativi che nella nostra epoca vengono dati spesso alla scissione della personalità non sono altro che un cumulo di sciocchezze. Tale scissione si manifesta come uno dei principi che governano il mondo, nel bene oltre che nel male”. – E. Junger, “Un incontro pericoloso”,73-74.
 
Purgatorio – Recente nel cristianesimo, ma la transizione è ovunque, nei riti. I culti lo prevedono tutti, come traversata dello Stige, peregrinazioni in Egitto, viaggi di Maometto, il ponte di Sirat.  Le Goff, che ne ha legato l’istituzione nel cristianesimo al commercio delle indulgenze è probabilmente nel giusto storicamente, ma l’esigenza era comune: ci vuole una transizione dal tempo all’eternità.


Record – L’affondamento del «Titanic» fu il cattivo presagio dei nostri giorni”, riflette E. Jünger a fine Novecento  (“La forbice”, §56), che dice epoca di chimere, non di buon auspicio o presagio (“la chimera è un fenomeno del mondo titanico”). E commenta: “Il concetto di record era estraneo alle Olimpiadi e ai loro giochi, a differenza dai nostri.”


Storia – “La storia non ha alcuna meta; essa esiste” – E. Jünger, “La forbice”, § 168

“Una frase di Agostino, di cui non ricordo precisamente la collocazione, dice che tutto il nostro lambiccarci su ciò che era prima serve solo a riempire i manicomi, e Umberto Eco, in un saggio di cui mi sto occupando giusto stamattina,il 4 giugno 1988, dice che ogni tentativo di fondare un senso ultimo conduce nell’insensato e sottrae al mondo il suo mistero”– id. § 173
 
“La cultura non risulta dalla storia, ma ne è il presupposto” – id. § 263.
 
zeulig@antiit.eu

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