sabato 9 settembre 2023

Alvaro fa i conti con San Luca

Uno scrittore non più in edizione, ed è un peccato. Questi racconti, per lo più veloci (di quando le “terze pagine” dei quotidiani gratificavano gli scrittori, oltre che di notorietà, di che vivere senza profondersi in altri mestieri), per lo più di adolescenti o ricordi dell’adolescenza-prima giovinezza, racconti “di formazione”, quasi mai drammatici, sebbene di aspettative spesso frustrate, sono curiosamente vivi a distanza di generazioni, e di mutatissimi contesti. Su tematiche insieme lievi e pesanti, e caratteristicamente indefinibili, non sistematizzabili: i rapporti uomo-donna, com’era d’uso, ma anche i rapporti adolescenti-adulti, e l’amicizia, un tempo fortissima e oggi dimenticata.
Si inizia con un gustoso controelogio del paese di origine, San Luca, che per una serie di circostanze non volute caratterizza Alvaro come autore, lo scrittore forse più cosmopolita del Novecento, prima di Arbasino, legando alle radici. “La cavalla nera”, l’unico racconto lungo, che apre la raccolta, anzi ne apre la sezione “Incontri d’amore”, è un non benevolo, un po’ satirico, ritratto dei potamiesi. Potamia è l’antico San Luca, un paese devastato da un terribile terremoto nel 1592, poi ricostruito a valle, verso la costa, col nome nuovo del santo protettore, la cui statua restò incolume nel sisma, ed era stata portata via dai sopravvissuti. Quando arrivano i potamiesi in città si chiudono le porte, si chiudono i cancelli, si chiudono i fondaci: i potamiesi non sono cattivi, ma non hanno il senso del tuo e del mio - le loro donne in compenso sono “dure e forti”, “ghiotte e curiose”, “e sono proprio belle” (la “donna del Sud”?).
Corrado Alvaro, 75 racconti, Bompiani, pp. 533, ill., ril., pp.vv.

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